Per fare un tavolo ci vuole il legno. E per un mobile Ikea, il legno degli alberi schiantati da Vaia. Si chiama proprio così, “Effetto Vaia”, l’edizione limitata di “Billy”, la più venduta libreria del colosso svedese dell’arredamento.
«È la storia di un dramma che diventa una seconda possibilità – si legge nel sito aziendale – di qualcosa considerato perduto che ha guadagnato nuova vita, di un circolo virtuoso nato da una catastrofe». E l’intento, in effetti, è nobile. Chi la compra aiuterà a far rinascere il bosco: Ikea punta a piantare 4.000 nuovi alberi. A Corvara. Alta Badia. Provincia di Bolzano. È da lì che proviene la materia prima.
E il Bellunese? Tra Valbelluna, Agordino e Cadore la violenza di Vaia ha schiantato a terra quasi 30mila ettari di bosco. Milioni di metri cubi di legname che potrebbero essere utilizzati per costruire migliaia di librerie. Invece, a Belluno, Ikea nessuno l’ha sentita. «Io so che Ikea aveva manifestato interesse fin da subito – commenta Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno e amministratrice della segheria di famiglia – me ne aveva parlato una giornalista inviata in Svezia. Ma non sono mai arrivate richieste». Tra le varie motivazioni che hanno spinto gli svedesi a rivolgersi altrove, probabilmente la difficoltà di recuperare gran parte di quel legname, caduto in zone impervie, dove giace tuttora, a quasi due anni dal disastro.
Un’occasione perduta? Forse. Anche se qualcuno minimizza. «Solo un’operazione di marketing», taglia corto Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore. Un Comune dove il legno da raccogliere non manca. «Se vuole, Ikea può venire qui a recuperare gli schianti. In quanto alla ripiantumazione, non serve: bosco ce n’è fin troppo».
