«Il tumore alla mammella è un po’ come la tempesta Vaia. Arriva quando meno te lo aspetti. Lascia ferite. E cicatrici. Ma poi si riparte. O meglio, si rinasce». La dottoressa Caterina Fontanella usa le parole come un bisturi: con precisione chirurgica, efficacia assoluta. E una sensibilità rara.
Quella stessa sensibilità che, dopo varie esperienze (a Milano, al Cro di Aviano, all’estero, tra Francoforte e Berlino), le ha permesso di andare oltre la professione di oncologa e di dare vita a un’onda. Che cresce in maniera impetuosa e travolge la paura, lo smarrimento, la solitudine di tante donne colpite dal tumore: è l’Onda Rosa, associazione sbocciata lo scorso 3 agosto, grazie a 8 socie fondatrici. E capace di raccogliere già 40 adesioni. A conferma che una realtà di questo tipo, sul territorio, non è solo fondamentale: è necessaria.
«Quando le pazienti finiscono le terapie – afferma la dottoressa – si sentono perse, sole. E non hanno modo di incontrarsi, di parlare fra loro, di condividere pensieri ed emozioni. Onda Rosa nasce proprio da qui, dal desiderio di creare momenti di ritrovo e confronto tra persone che hanno vissuto esperienze simili. E che, unite, ritrovano una forza e un’energia contagiose».
Non a caso, ha preso forma un ciclo di appuntamenti (il prossimo, dal titolo “Sono quello che mangio”, è in programma sabato, ore 18.30, nella sede della Lega Navale, a Farra d’Alpago). E un’iniziativa spalmata su 12 mesi: quella del calendario, in cui varie donne vengono ritratte in tutta la loro radiosità dalla fotografa Federica Piazza. «Il tumore alla mammella va a colpire la femminilità, l’essere donna. Tanto che alcune faticano perfino a guardarsi allo specchio. Poi, però, nel momento in cui lasciano cadere quella sovrastruttura di bellezza che impone la società, si riscoprono meravigliose. E lo sono».
Nel simbolo, l’onda è racchiusa all’interno di un cerchio, secondo un’idea di circolarità e continuità: «L’onda non si contiene ed è alimentata da tante, piccole goccioline. Una più importante dell’altra». Il respiro dell’associazione è provinciale, anche se la base è in Alpago: «Sono rimasta favorevolmente impressionata dalla risposta del territorio – riprende l’oncologa -. Il coinvolgimento di professionisti e a livello istituzionale è stato incredibile: tutti ci hanno teso la mano».
In Italia, nel solo 2019, sono emerse quasi 55mila nuove diagnosi di tumore alla mammella. In totale, i casi ammontano a 800mila. In media, a livello nazionale, viene colpita una donna su 9, mentre nel Nordest l’incidenza è maggiore: una su 7. Ma l’onda è travolgente, arricchita da donne vere. E da guerriere. Sì, guerriere. Perché, come ama ripetere lo scrittore Paulo Coelho, «sbagliano. Perché si interrogano. Perché cercano una ragione: e certamente la troveranno».
Anche grazie alla dottoressa Fontanella: una donna, una mamma. Una luce rosa nel buio della tempesta.