Due italiani su dieci prevedono di fare una vacanza in Veneto da qui a un anno. E la terza città nella lista delle preferenze è Belluno.
Se il buongiorno si vede dal mattino, davanti al turismo della montagna si profilano giorni radiosi. Difficile che bastino a colmare la crisi del Covid. Ma i dati sono incoraggianti.
Lo dice l’ultima indagine dell’Osservatorio turistico. Il report conferma che la montagna è ripartita meglio di altre località e che l’estate 2020 sta regalando flussi notevoli. E assicura che il nome di Belluno comincia a entrare nei circuiti turistici.
I dati non nascondono le difficoltà: presenze e arrivi sono calati del 70% a livello regionale nel primo semestre 2020, ma se si guarda solo il periodo post-lockdown si arriva a un calo del 67%. La meta più in difficoltà è quella delle città d’arte, mentre montagna e mare si “salvano”.
«La stagione estiva, soprattutto nei comprensori balneare e montano, sta fornendo segnali di speranza e indicazioni sulla direzione nella quale ci dobbiamo muovere per recuperare gradualmente il terreno perduto – commenta l’assessore regionale al turismo, Federico Caner -. Ad avvalorare questa prospettiva è anche il moderato ottimismo di alcuni operatori del settore, dopo l’incertezza e la negatività espresse durante il lockdown».
Ad avvalorare la montagna ci pensano anche le “dichiarazioni d’amore” nei confronti di Belluno. Perché a precisa domanda, gli intervistati hanno stilato la lista di preferenze delle città venete. In testa Venezia, seguita da Verona. Ma sul podio, c’è anche il capoluogo dolomitico. Belluno è la terza meta prediletta per un campione di quasi 2mila italiani. Dietro, tutte le altre città venete.