Secondo una celebre pubblicità degli anni Novanta, una telefonata ti allunga la vita. Ma, nel caso di un trentunenne portoghese, è una mail.
Attorno a mezzanotte, infatti, il Soccorso alpino di Longarone è stato allertato per un escursionista in difficoltà, nel tratto dell’Alta Via numero 1 che va dal Rifugio Pramperet, dove aveva pernottato, al Pian de Fontana, dove era atteso. Solo che l’allarme non è arrivato dall’uomo, bensì dai familiari in Portogallo, avvisati attraverso una mail in cui il trentunenne li avvertiva di aver sbagliato sentiero e di essere «bloccato da qualche parte in Val del Cristo».
In piena notte, due squadre del Soccorso alpino di Longarone hanno risalito la Val del Grisol, una della Val di Zoldo ha percorso l’itinerario dal Pramperet al Pian de Fontana. E, infine, una di Belluno e Agordo ha avviato la perlustrazione dalla Muda verso la Val Clusa. E proprio i soccorritori dell’ultimo gruppo, alzatisi di 500 metri, hanno iniziato a chiamare a gran voce, finché verso le 3.15 è arrivato in risposta un urlo: l’uomo è stato individuato e raggiunto.
Dopo aver sbagliato traccia, ha iniziato a scendere dalla Val Clusa, di cui la Val del Cristo è una laterale: una volta trovati alcuni schianti, era scivolato facendosi male a una caviglia e, arrivato su una scivolosa cengia con un cordino, si era fermato. Anche perché stava calando il buio. A quel punto, il portoghese è stato tranquillizzato e imbragato ed è riuscito a superare il punto attrezzato. Immediato il trasferimento alla Muda e, da lì, all’ospedale di Belluno per i controlli del caso.
L’intervento si è concluso alle 7.