+24 imprese nel secondo trimestre. Ma è solo la “quiete prima della tempesta”

+24 imprese nel secondo trimestre. Ma è solo la “quiete prima della tempesta”

L’economia pareggia. Ma non gioca più in serie A: il Covid l’ha retrocessa in C. Si potrebbe spiegare così la demografia d’impresa del secondo trimestre 2020.

I dati della Camera di Commercio parlano chiaro: il saldo tra natalità e mortalità delle aziende è positivo (+24). Possibile? Sì, perché i numeri dicono che rispetto a un anno fa sono più che dimezzate sia le cessazioni (-53,2%) sia le nuove iscrizioni (-53,7%). Quindi non è il caso di cantar vittoria. Anche perché il +24 nel saldo a giugno 2020 è l’esatta metà del saldo a giugno 2019 (+54).

IL DETTAGLIO

Bene l’agricoltura. Sarà l’effetto del lockdown che non ha inciso sul settore primario, fatto sta che quasi tutto l’incremento congiunturale delle sedi d’impresa (+17 unità) è determinato dall’agricoltura che cresce di 16 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le dinamiche del commercio al dettaglio e di quello all’ingrosso sono all’insegna della stabilità (rispettivamente +1 e +3) con un’inversione di tendenza per il commercio al dettaglio rispetto a giugno 2019 quando il segno era negativo (-13). Male il comparto dell’alloggio e della ristorazione che perde 7 sedi d’impresa (di cui 6 nella ristorazione); in questo caso, il lockdown si fa sentire.

Il manifatturiero perde 5 sedi d’impresa (erano -10 un anno fa): in sofferenza l’industria della meccanica (-7) e quella alimentare e delle bevande (-2). Di poco sopra alla stazionarietà l’industria delle costruzioni (+3, contro il +18 dell’anno scorso); i servizi alle imprese (+3, contro il +13), che scontano le perdite del settore trasporto e magazzinaggio (-4); i servizi alle persone (+2).

Al 30 giugno si registra un totale di 13.777 imprese: -179 rispetto a un anno fa sempre per effetto di dinamiche registrate nei mesi di gennaio e febbraio, quando la provincia di Belluno ha registrato un saldo tra iscritte e cessate pari a -160 imprese.

IL COMMENTO

«Questi dati vanno commentati con tutte le prudenze del caso – avverte il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza -. Sono apparentemente positivi, rispetto a quanto atteso, ma potremmo anche collocarli sotto il titolo “la quiete prima della tempesta”. I tecnici del nostro ufficio studi spiegano bene cosa sta succedendo: c’è un vistoso calo dei flussi di iscrizioni e cessazioni, soprattutto di queste ultime, che va a generare un bilancio della demografia d’impresa del tutto anomalo, se lo confrontiamo con quanto solitamente succede nel periodo in esame. Trarre conclusioni da una natalità mortalità pressoché dimezzata risulterebbe del tutto improprio. E di fronte a un settore martoriato dal lockdown come il turismo, non si può che sospendere il giudizio».

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