Bellunese invaso dalle zecche. «Ora si possono trovare anche zone urbane»

Bellunese invaso dalle zecche. «Ora si possono trovare anche zone urbane»

 

Il Bellunese, terra amata dalle zecche. E non è affatto un privilegio.

Il motivo è presto detto: il territorio provinciale rappresenta uno dei focolai più importanti del nord Italia per quanto riguarda le malattie trasmesse dal morso di zecca (lo dicono i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie). Proprio per questo il vaccino contro la Tbe è gratuito e in questi giorni sono riprese le procedure in modalità drive-in, nel parcheggio dell’ospedale San Martino.

Rimane sempre valido il principio “prevenire è meglio che curare”. Come dal 2015 a oggi sta facendo l’Associazione Lyme Italia e Coinfezioni, che diffonde alcune informazioni sui rischi provocati dal morso da zecca e sulle malattie trasmesse da questo piccolo aracnide. 

«Non esistono prodotti che garantiscono, al cento per cento, di non essere attaccati dalla zecca» spiega Daniela Colombo, presidente dell’associazione. Però, se si adottano alcuni accorgimenti giusti, il problema può essere limitato. Come? Anche questa volta, alcuni consigli provenienti dall’esperienza dei più anziani tornano validi.

Il primo accorgimento è quello di non sedersi o sdraiarsi sul prato. Sarebbe opportuno indossare pantaloni lunghi di colore preferibilmente chiaro, in modo tale da semplificare l’ispezione del corpo al termine della camminata. Ispezione che si deve concentrare maggiormente nelle aree del fisico che risultano essere caldo-umide (ascelle e inguine), perché offrono alle zecche le condizioni ottimali per la sopravvivenza. «Consigliamo anche di spruzzare, nelle zone lasciate scoperte dai vestiti, alcuni repellenti per insetti – sottolinea la presidente -. È importante però leggere con attenzione il foglietto illustrativo, perché non tutte queste sostanze si possono applicare direttamente sulla pelle».

Nel caso si trovi una zecca sulla pelle bisogna procedere a rimuoverla al più presto seguendo alcuni accortezze:

  1. Evitare di cospargere la zecca con sostanze oleose, alcool, insetticida o altro;
  2. Rimuovere la zecca con una pinzetta avendo cura di non schiacciarla: afferrarla il più vicino possibile alla cute e tirarla delicatamente imprimendo un movimento rotatorio in senso antiorario più volte fintanto che si stacca. Fare attenzione a non lasciare parti della zecca nella ferita.
  3. Dopo aver rimosso la zecca pulire/disinfettare la cute con un disinfettante (alcool o acqua ossigenata) ma non applicare pomate e nemmeno sostanze colorate che potrebbero mascherare eventuali reazioni cutanee.
  4. Conservare la zecca in un barattolo in alcool al 70% (non alcool rosa) o in congelatore e contattare un centro specializzato per inviare la zecca per la ricerca di possibili agenti patogeni presenti all’interno del suo organismo.
  5. Annotare la data del morso della zecca e consultare il medico per valutare l’adeguata terapia.

Evitare il morso delle zecche significa prima di tutto capire dove si trovano. Ma qui c’è l’altro problema. Perché è vero che se le conosci le eviti. Ma è altrettanto vero che ormai non sono presenti solo in montagna o nei boschi. «Non è possibile indicare una location unica dal momento che il cambiamento climatico ha portato le zecche anche nelle aree verdi delle zone urbane. Questo parassita preferisce sostare nell’erba o tra il fogliame, in ambienti umidi e ombreggiati; le condizioni ideali che si possono trovare in un sentiero di montagna, ma anche in un parco cittadino. Sicuramente, però, non si sposterà mai al di sopra dei 1.500 metri di quota. Proprio per questo motivo si consiglia sempre di camminare al centro dei sentieri. Perché basterebbe sfiorare uno stelo d’erba o un piccolo arbusto per creare un ponte tale da portare la zecca, senza troppe difficoltà, fino all’uomo».

Per informazioni è possibile visitare il sito dell’associazione Lyme Italia e coinfezioni al seguente link http://www.associazionelymeitalia.org

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