Quasi come nel 2014. Solo che allora era il debutto della legge Delrio. Stavolta invece l’ibrido della Provincia di secondo grado è diventato un’abitudine. Fatto sta che l’affluenza alle urne è arrivata all’83,68%; 590 votanti su 705. L’unico dato simile risale all’ottobre 2014, quando si votava contemporaneamente per il primo presidente e per il primo consiglio post-Delrio: 84% (le precedenti elezioni del consiglio, gennaio 2018, l’affluenza si era fermata al 55%). Stavolta, invece, si è votato solo per il rinnovo del consiglio di Palazzo Piloni. Anche se, a dirla tutta, pure stavolta c’era una prima volta: quella della politica che entra appieno nella partita Provincia.
Due liste, una di Centrodestra, l’altra di Centrosinistra. E addio ai “patti tra gentiluomini” che avevano contraddistinto finora tutte (o quasi) le urne provinciali. Forse è proprio questo che ha richiamato la gente al voto.
Dal dato dell’affluenza bisogna passare allo spoglio, in programma stamattina. Dovranno uscire dieci nomi, per altrettanti seggi. L’ipotesi più probabile è che sei andranno al Centrosinistra e quattro al Centrodestra. Ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo in questo genere di elezioni.