«Il governo Pd-5 Stelle ci aveva già provato in un recente passato con due emendamenti orientati a ricentralizzare le concessioni idroelettriche. E considerati inammissibili. Ora ci riprovano con un articolo inserito nella legge di bilancio, silenziosamente e senza dare troppo nell’occhio, sperando in una fiducia senza tanti clamori». Ad affermarlo sono due esponenti della Lega che siedono in parlamento: l’onorevole Mirco Badole e il senatore Paolo Saviane.
«La maggioranza di governo – proseguono – per la terza volta tenta di demolire l’impianto della regionalizzazione sulle grandi derivazioni idroelettriche, discriminando ancora una volta i territori montani che subiscono lo sfruttamento delle proprie terre e dei corsi d’acqua ai fini della produzione di energia. L’intervento che il governo sta mettendo in atto è una vera e propria ingiustizia per i territori e i cittadini che vi vivono».
Badole e Saviane mettono in rilievo gli aspetti a loro dire negativi: «La cancellazione della retrocessione gratuita dei beni bagnati alle Regioni, la proroga automatica delle concessioni già scadute fino al 31 luglio 2024, l’innalzamento del limite minimo della potenza da 3 a 10 MW per definire le grandi derivazioni. A essere penalizzate saranno solo ed esclusivamente le regioni a statuto ordinario mentre quelle a statuto speciale e le provincie autonome continueranno a beneficiare dei proventi derivanti dalla tassa di concessione. Ancora un attacco all’autonomia e all’amministrazione territoriale, a favore di un anacronistico centralismo che penalizza la maggior parte dei cittadini».
E concludono: «L’auspicio è che in questa battaglia possano esserci al fianco anche i parlamentari di maggioranza eletti nei territori montani. Questo articolo non sarebbe che l’ennesimo scippo di preziose risorse economiche».