«Palestre: distinguere tra chi rispetta le norme anti-contagio e chi no»

«Palestre: distinguere tra chi rispetta le norme anti-contagio e chi no»

 

No alla chiusura indifferenziata di palestre e centri sportivi. A chiederlo è Confartigianato Belluno, attraverso Lorenzo Battistel, titolare della palestra Miros e presidente di mestiere della categoria fitness.

«Le imprese artigiane hanno sempre rispettato i protocolli e le linee guida anti-Covid. Adesso si operi una distinzione netta tra chi è in regola e chi no, lasciando lavorare coloro che possono farlo». La presa di posizione arriva in seguito al nuovo Dpcm firmato dal premier Conte. «È inaccettabile – prosegue Battistel -. Il 20 maggio scorso, con l’ordinanza 64, la Regione Veneto ha accolto il Dpcm che imponeva alle attività di riaprire soltanto a fronte di una procedura specifica anti-Covid. Significa che chi ha riaperto lo ha fatto a fronte di misure stringenti».

Il protocollo predisposto dall’ufficio ambiente e sicurezza di Confartigianato è un modello da prendere come riferimento: «Stiamo rispettando questi criteri da fine maggio. E adesso il premier ci dice che ci sono sette giorni di tempo per adeguarsi? Allora vuol dire che lo Stato sa benissimo che negli ultimi quattro-cinque mesi qualcuno ha aperto senza averne i requisiti».

Dello stesso avviso pure il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso, che analizza il nuovo Dpcm in modo positivo per quanto riguarda le rassicurazioni di continuità lavorativa per determinate categorie. «I saloni di parrucchieri e acconciatori rimangono aperti e anche i centri estetici sono fuori dalle restrizioni. Questo è un bene, visto che all’inizio si ipotizzava una chiusura totale per queste attività. Sulla conferma della capienza dei mezzi pubblici all’80% ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare per potenziare il servizio. Resta invece l’amarezza per quanto riguarda le palestre».

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