«Basta riempirsi la bocca con l’ecosostenibilità, se poi si lasciano soli gli allevatori. Io sto dalla parte di chi lavora: perdere il proprio bestiame per gli attacchi del lupo è un dramma che ha già portato molte aziende a chiudere. Vogliamo intervenire o aspettiamo che chiudano tutte?».
Ad affermarlo è il coordinatore veneto di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. Il quale chiede interventi a difesa degli imprenditori agricoli, colpiti dalle predazioni degli animali selvatici, dopo i recenti fatti avvenuti in Nevegal e a Borgo Valbelluna: «Al mondo dell’agricoltura chiediamo la tutela della biodiversità e deleghiamo a loro la cura del territorio e il presidio di aree altrimenti destinate all’abbandono; gli imprenditori vengono sottoposti a norme complicate, si domanda loro di evolvere e ampliare l’attività nei settori del turismo e dell’accoglienza. Tutto questo lo fanno perché amano il proprio lavoro e la propria terra. Quando però c’è da prendere delle decisioni a loro sostegno, che magari possono infastidire i soliti ambientalisti da salotto, ecco che improvvisamente ci si dimentica di loro».
De Carlo cita l’esempio di Marco Vuerich, in Nevegal: «Ogni anno cerca di proporre una novità per attirare turisti e curare e sviluppare l’area, ma a persone come lui – e ce ne sono tante – non arriva nessun supporto. Vogliamo difendere chi lavora anche per la sicurezza del nostro territorio o preferiamo l’abbandono della terra per stare tutti a casa a poltrire col reddito di cittadinanza?».
De Carlo ricorda la sua attività in parlamento, quando ha chiesto azioni concrete al ministro dell’Ambiente: «Non sono per l’abbattimento a prescindere del lupo, ma voglio difendere il lavoro dei nostri agricoltori e allevatori. Lo ripeto: probabilmente per qualcuno gli animali della fattoria esistono solo nei libri e nei cartoni animati, e sono sicuro che se i lupi anziché pecore o asini assalissero i gattini ci sarebbe una rivolta popolare e si interverrebbe subito. Da troppi anni chiediamo inutilmente che si faccia qualcosa; tutti parlano di contrastare lo spopolamento, ma la risposta è l’abbandono degli allevatori alla loro disperazione e rassegnazione».