È partita la “semina delle buone idee”.
All’ex Caserma Piave di Belluno, si è svolta la prima assemblea pubblica del gruppo bellunese legato al progetto politico il “Veneto che Vogliamo”: il movimento civico ecologista-progressista sfiderà Luca Zaia alle prossime elezioni regionali con il candidato presidente Arturo Lorenzoni.
Presenti molti cittadini, rappresentanti di associazioni. E amministratori locali. Come Alessandra Buzzo: la consigliera del Comune di Santo Stefano di Cadore ha posto con forza il tema della sanità nella parte alta della provincia, mentre Paolo Perenzin, sindaco di Feltre, e Valter Bonan hanno indicato nei settori ambientale e sociale le sfide principali del futuro in provincia: «Viviamo in una regione prima per consumo di suolo e per morti precoci riconducibili all’inquinamento, mentre la nostra provincia, grazie alla sua elevata biodiversità, avrebbe le carte in regola per essere un vero e proprio laboratorio di innovazione politica in termini di sostenibilità». Da Belluno, non sono mancati i consiglieri comunali Francesco Masut. E Giangiacomo Nicolini, che ha raccontato la sua esperienza personale di medico nell’affrontare l’emergenza Covid-19.
Sisto Da Roit, già sindaco di Agordo, e Mario De Bon, primo cittadino di Sospirolo, hanno invece espresso la necessità di una maggiore cooperazione inter-comunale all’interno della provincia. E l’importanza di fare rete è stata evidenziata pure dalla mediatrice culturale Assia Belhadj. Il mondo sindacale, invece, era rappresentato dal segretario provinciale della Fiom-Cgil, Stefano Bona. E per il mondo dell’associazionismo, ecco Gianni Monico (Peraltrestrade, Libera Cadore, Auser), che si è espresso in modo molto critico sull’ipotesi di prolungamento dell’A27.
Il coordinamento bellunese è composto da Alessandra Buzzo, Monica Camuffo, Laura Casagrande, Alessia Cerentin, Nico Paulon, Enrico Lanciano, Elena Vieceli, Roger De Bernardin, Francesco Masut, Edi Meneguz e Alessandro De Monte Pangon: «L’impegno è quello di favorire un sempre maggiore radicamento del progetto e la ricostruzione di una rete tra chi vive e vuole continuare a vivere questo territorio». In cantiere ci sono ora altre assemblee pubbliche locali, a Feltre e in Cadore.