Niente bonus mobilità sotto i 50mila abitanti: «Montagna penalizzata»

Niente bonus mobilità sotto i 50mila abitanti: «Montagna penalizzata»

Il “bonus mobilità” viene esteso anche ai capoluoghi di provincia. Ma lascia fuori la montagna. E scontenta la politica locale, che aveva chiesto una modifica alla bozza del Decreto Rilancio, proprio sui contributi per l’acquisto di biciclette. 

La bozza iniziale del “Decreto rilancio”, infatti, prevedeva incentivi per la mobilità dolce e l’erogazione di un “buono” per di bici elettriche, segway, monopattini e simili. Ma solamente per i residenti delle città con almeno 50mila abitanti. Una differenziazione che escludeva le aree montane. E proprio per questo la Provincia di Belluno si era affrettata a chiedere un’estensione del bonus, in modo da non creare misure tali da acutizzare le differenze tra aree urbanizzate di pianura e territori di montagna.

Il testo definitivo del decreto aggiunge un tassello che va nella direzione chiesta da Palazzo Piloni. Ma solo parzialmente.

«Sono stati inseriti anche i capoluoghi di provincia come possibili fruitori del “bonus mobilità”, anche se non raggiungono i 50mila abitanti – commenta Dario Scopel, consigliere provinciale delegato in materia di mobilità e trasporti -. Significa che i cittadini di Belluno potranno richiedere il contributo previsto per l’acquisto di mezzi di trasporto green, come biciclette. I cittadini di Limana, di Ponte nelle Alpi, di Sedico, o dell’Agordino e del Cadore, come quelli dell’Alpago e del Feltrino, invece, non potranno. Apprezziamo lo sforzo del governo nell’allargare le possibilità del bonus. Ma spiace constatare come la montagna risulti penalizzata».

Dello stesso parere anche il deputato FdI Luca De Carlo, che va più pesante: «Forse a Roma pensano che nei paesi di montagna si giri solo in groppa agli asini e che le biciclette non ci servano. Non si possono creare ancora cittadini di serie A e di serie B, tanto più che le zone montane stanno sviluppando progetti di mobilità sostenibile, di reti e piste ciclabili, di sviluppo turistico sulle due ruote. Se il governo conoscesse il territorio e i suoi problemi, saprebbe che nessuno potrebbe usare un monopattino sulle strade che ci ritroviamo. Invece che agli sconti sui segway, pensino a dare i soldi ai Comuni per fare le manutenzioni e investano sulle infrastrutture».

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