“Fase 2” a geometrie variabili: «Le singole Regioni decidano»

“Fase 2” a geometrie variabili: «Le singole Regioni decidano»

Un protocollo unico. Pochi indirizzi generali indifferibili e incontestabili su cui tutti concordano, rappresentanti del mondo scientifico, categorie economiche, politica, sindacati ed enti locali. È la proposta per la ripartenza del Partito Democratico di Belluno, che prova a mettere fine al balletto di responsabilità tra Regioni e Governo sulle riaperture delle attività produttive. Alla base di tutto, in ogni contesto, il no assoluto agli assembramenti, la garanzia sulle distanza di sicurezza, mascherine idonee, occhiali e guanti, misurazione febbre, pulizia mani frequente, sanificazione dei luoghi di lavoro e pubblici.

«Chi garantisce queste prescrizioni apra, lavori, si sposti – afferma Monica Lotto, segretaria provinciale Del -. I territori si assumano la responsabilità di decidere. Dobbiamo uscire da questo scontro logorante tra rigoristi e permissivi. Ciascuno, compresi cittadini, politici e amministratori, porti sulle spalle questa assunzione di rischio e soprattutto di responsabilità. Senza l’insensato elenco “questo sì, l’altro no”. Ovviamente la responsabilità collettiva e individuale deve prevalere».

La segretaria del Pd bellunese assicura che «il nuovo decreto “Cura Italia 2” terrà conto delle richieste delle associazioni di categoria». E propone differenziazioni per la “fase 2”. «Per un territorio con bassa densità abitativa come il nostro probabilmente è più semplice ipotizzare aperture di locali pubblici, di negozi per la cura personale. Semplifico, ma consentire la riapertura di un cinema a Belluno credo comporti meno problemi che a Milano o a Roma. Lo stesso vale per la gelateria o l’estetista. È chiaro che ci devono essere delle linee guida nazionali, ma poi sta alle singole Regioni decidere e assumersi la responsabilità delle conseguenze».

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