La stagione estiva non è morta. Ma la montagna ha bisogno di chiarezza

La stagione estiva non è morta. Ma la montagna ha bisogno di chiarezza

«La montagna è salubre e sicura. Ma in questo momento ha bisogno di chiarezza da parte del Governo sui tempi e sui modi della riapertura per poter gestire la prossima stagione estiva. Dal turismo potrà arrivare una grande boccata di ossigeno per il nostro territorio». È quanto afferma il presidente della Provincia, Roberto Padrin, che in questi giorni, con il consigliere provinciale delegato al turismo Danilo De Toni, sta seguendo passo passo l’evolversi della situazione e guarda con interesse a quella che sarà la “fase 2”. 

Proprio nell’ottica della riapertura, la Provincia e la Dmo Dolomiti hanno avuto diverse riunioni con operatori turistici, associazioni di categoria (compresi i rifugisti) e anche con l’Ulss. 

«In queste riunioni, abbiamo raccolto tutte le osservazioni e le richieste sollevate dagli operatori – spiega il consigliere provinciale De Toni -. Tutte le domande, i quesiti, i dubbi sono stati inseriti in un documento che faremo pervenire agli organi preposti a livello statale, in modo da avere chiarimenti precisi. In questo momento, la richiesta più pressante è quella dei tempi e dei modi della riapertura, temi non ancora chiariti dal testo del Dpcm che sarà attivo dal 4 maggio. Gli albergatori e gli operatori, però, hanno la necessità di sapere in tempi rapidi come organizzarsi, anche perché da noi per costruire una stagione turistica bisogna cercare il personale».

La richiesta che accompagna il documento è semplice: fare chiarezza. «Abbiamo bisogno di un protocollo preciso e dispositivi chiari che mettano gli operatori nelle condizioni di aprire in piena sicurezza per loro, per i dipendenti e per gli ospiti – sottolinea il presidente Padrin -. Come è stato detto anche dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità nei giorni scorsi, in montagna il rischio di contrarre il virus è bassissimo, per cui siamo convinti che la stagione estiva potrà andare avanti. Certo però servono indicazioni precise per i nostri operatori».

La sicurezza della montagna è sicuramente un dato a favore del Bellunese, che fa ben sperare alberghi, ristoranti e rifugi. «Ci sono buone speranze in vista della prossima stagione estiva – conferma Giuliano Vantaggi, direttore della Dmo Dolomiti -. Registriamo la volontà da parte dei turisti di spostarsi e venire in montagna, con il desiderio di poter trascorrere un soggiorno in tutta sicurezza e in tutto relax. Quello che manca al momento è la certezza delle modalità di spostamento».

C’è poi tutto il tema legato alle seconde case, che non richiedono invece protocolli particolari e dispositivi di sicurezza, a maggior ragione dopo il 4 maggio quando saranno consentiti spostamenti più ampi all’interno delle regioni. «I proprietari di seconde case saranno i benvenuti e troveranno una montagna accogliente, come sempre – conclude il presidente Padrin -. Dico loro di fare la spesa da noi, di utilizzare i servizi di ristorazione e di comprare i prodotti di qualità delle aziende bellunesi, che sono uno straordinario patrimonio da salvaguardare. In questo modo daranno una mano al territorio a ripartire dopo questi mesi di lockdown».

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