Vaia è durata poche ore. L’emergenza ben di più. Se ne è accorto anche il governo, che ha deciso di prorogare di dodici mesi lo stato di emergenza nelle regioni flagellate dal maltempo nell’autunno del 2018. Una buona notizia per il Bellunese. Un’ottima notizia per sindaci e amministratori locali: avranno tempo fino al 31 dicembre 2020 (il termine precedente sarebbe scaduto il 31 dicembre di quest’anno) per predisporre la ricostruzione e chiedere i risarcimenti.
I COMMENTI
«Una buona notizia davvero – sottolinea il deputato bellunese Roger De Menech -. Perché chi ha subito danni avrà più tempo per documentare e chiedere i risarcimenti e questo vale soprattutto per gli amministratori pubblici e per i Comuni».
«La proroga è frutto di un’azione sinergica che ha dimostrato la necessità di tempi più lunghi per la ricostruzione – fa eco il parlamentare di Forza Italia Dario Bond -. Significa che tutto quello che riguarda smaltimento del legname abbattuto, ricostruzione di edifici e strade, messa in sicurezza di frane e quant’altro avrà un altro anno di tempo per concludersi, vale a dire fino al 31 dicembre 2020. È un’ottima notizia soprattutto per i Comuni e gli amministratori locali, che altrimenti avrebbero dovuto lasciare indietro più di qualche operazione».
Bond però guarda anche oltre. E ritorna su un tema noto e spinoso: quello dei vincoli paesaggistici, divenuti argomento di dibattito tra Auronzo e Comelico. «I territori colpiti dal disastro di Vaia avevano e hanno bisogno di misure snelle e di semplificazione, oltre che di tempi più dilatati per intervenire – aggiunge Bond -. Credo sia ormai palese, anche al di là di quanto ha rappresentato il maltempo di fine ottobre 2018: la montagna bellunese, già gravata dai segni della distruzione, non può permettersi l’imposizione di vincoli asfissianti, che non le consentono non solo di svilupparsi, ma anche di mettere in sicurezza i diversi territori».