Braccia incrociate. I lavori i Enel scioperano per quattro ore, oggi (giovedì 19 novembre). E piantano un presidio davanti alle sedi territoriali di Belluno e Treviso della società elettrica. Lo stato di agitazione è stato proclamato a livello nazionale da Flaei Cisl, Uiltec Uil e Filctem Cgil, e ha già portato, a partire dallo scorso 23 ottobre, al blocco degli straordinari, dei lavori programmati e delle ore viaggio dei lavoratori E-Distribuzione.
A Belluno il presidio sarà davanti alla sede Enel di via Simon da Cusighe. Tre i motivi dello sciopero. Secondo Flaei Cisl, Uiltec Uil e Filctem Cgil Enel E-Distribuzione rifiuta di assumere più personale operativo e tecnico; vuole cedere all’esterno le manovre sulla rete di media tensione; e allargare a dismisura il territorio su cui si effettua la reperibilità.
Lo sciopero di oggi ha come obiettivo prioritario la protesta nei confronti delle scelte generali dell’azienda in materia di organizzazione del servizio di distribuzione dell’energia elettrica dove da anni si continua a ridurre il personale dipendente con il ricorso agli appalti esterni.
«Scelte che non hanno nulla di industriale – sostengono Flaei Cisl, Uiltec Uil e Filctem Cgil – che smontano un po’ alla volta il patrimonio tecnico- professionale dell’azienda proprio in un ambito, quello della distribuzione, che sarà sempre più importante nel futuro. In Veneto, si è passati nell’arco degli ultimi 13 anni da 1.500 a 1.020 lavoratori, con un uso spropositato degli straordinari: nel 2018 – esclusi gli interventi Vaia – sono state 120.000 le ore (pari a 75 posti di lavoro) in capo a circa 500 lavoratori con media di 200 ore pro capite l’anno».
Pur in regime di sciopero, il personale di E-Distribuzione continuerà a garantire l’esercizio della rete, la sicurezza degli impianti, la rialimentazione e il ripristino del servizio in caso di guasti, con particolare attenzione a tutte le criticità anche legate all’attuale emergenza sanitaria.