“Assunzioni e rinnovo del contratto”, in piazza i sindacati del pubblico

“Assunzioni e rinnovo del contratto”, in piazza i sindacati del pubblico

Come sostenere l’impatto devastante del coronavirus sulla sanità? Servono più risorse, assunzioni e rinnovo dei contratti, scaduti da anni. Mobilitazione dei sindacati della funzione pubblica, ieri mattina, davanti all’ospedale “san Martino”.

All’appello, secondo Gianluigi Della Giacoma, segretario Fp Cgil di Belluno, mancano almeno un centinaio di figure professionali solo all’interno dell’Usl 1. «Il piano di fabbisogno del personale presentato a inizio ottobre dalla direzione generale – spiega – indica la necessità di assumere 68 infermieri e 33 operatori socio sanitari. E non è vero che mancano i candidati: al recente concorso per infermieri bandito da Azienda Zero si sono presentati in 5.000. Ma Zaia ha annunciato che ne verranno assunti solo 500 per tutto il Veneto. Non bastano, la Regione deve intervenire su assunzioni e contratti». 
Anche perché la pressione sul personale sanitario è sempre più forte. «Dall’inizio della seconda ondata – continua Della Giacoma – si sono registrati 128 positivi tra il personale dell’Usl1, e al momento sono ancora in quarantena una settantina tra medici e infermieri. E’ chiaro che non si può fare la guerra al coronavirus se non ci sono i soldati». 
 
«Infermieri e operatori socio sanitari – aggiunge Leone Zingales, della Fp Cisl Belluno – Treviso – sono in prima linea nel dare risposte in questa pandemia globale. Ma il loro contratto è scaduto da anni. E servono risorse stabili, non solo interventi estemporanei, per tutelare la sicurezza di chi lavora». 
Anche attraverso la fornitura continua dei dispositivi di sicurezza. «Al momento non ci sono problemi di approvvigionamento – spiega Della Giacoma – ma la situazione va monitorata costantemente».
 
Presenti anche i rappresentanti del mondo dei servizi: imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi. Sono i cosiddetti “invisibili” e oggi hanno scioperato per l’intero turno di lavoro. «Nessuno parla di loro – fa presente Fulvia Bortoluzzi della Filcams Cgil – ma in provincia parliamo di circa un migliaio di lavoratori e lavoratrici, che svolgono un ruolo essenziale, per esempio nel campo della pulizia e della sanificazione, negli ospedali, nelle Rsa, nelle scuole, negli uffici pubblici e nelle imprese private. Ma il loro contratto è fermo da anni, ed è inaccettabile, se pensiamo ai risparmi milionari che hanno permesso a molte imprese i mancati adeguamenti salariali.  Chiediamo solo che venga riconosciuto il valore di questi lavoratori bistrattati». 
 
Infine, le case di riposo. La situazione è pesante in molte strutture, anche a causa della carenza di personale. «Che impedisce di gestire al meglio i focolai che nascono continuamente – spiega Marina Carelli, Rsu Fp Uil Belluno Treviso -. E andrebbe riconosciuta la valenza sanitaria degli oss, tuttora considerati delle figure tecniche. E poi, nessuno parla degli amministrativi; ma sono loro a fare gli ordini dei dispositivi medici, per esempio, oppure a chiamare in questi giorni tutte le persone che avevano visite prenotate che vanno riprogrammate». 
 

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