Il Comune di Belluno non gioca d’azzardo. E vince.
Sì, perché la terza sezione del Tar Veneto ha respinto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza che disciplina orari e funzionamento delle sale slot e delle “macchinette” da gioco nei locali: richiesta che era stata avanzata da una società del settore.
Al termine dell’udienza cautelare, il Tar ha confermato la validità del provvedimento adottato dal Comune. Tra i punti contestati, la società sottolineava come l’ordinanza non rispettasse l’intesa raggiunta dalla Conferenza unificata Stato-Regioni-enti locali, che prevede una durata possibile delle aperture superiore alle 8 ore; come la legge regionale abbia limitato i poteri dei sindaci in materia di orari. E come l’ordinanza non salvaguardi l’occupazione e gli interessi economici.
Il Comune di Belluno, difeso dall’avvocato civico Paolo Vignola, ha invece sottolineato che l’intesa Stato-Regioni non è stata recepita in alcun provvedimento normativo. E altri Tar regionali, così come il Consiglio di Stato, non la considerano vincolante. In più, rientra fra i poteri dei sindaci regolare gli orari delle attività economiche. Senza considerare che, agli interessi economici, devono sempre essere anteposti quelli alla salute e alla quiete pubblica, “purché i provvedimenti siano proporzionati”.
«Siamo soddisfatti per la prima sentenza – commenta il sindaco Jacopo Massaro – che ancora una volta sottolinea la correttezza dell’operato di questa amministrazione. La quale cerca di intervenire in un settore particolarmente delicato a tutela della salute dei cittadini e dell’ordine pubblico. Il nostro impegno quindi continuerà».