«Il nuovo ponte sul Piave non diventi un Calatrava bis». Franco Roccon, candidato bellunese per la lista Veneta Autonomia in Consiglio regionale torna sulla questione degli appalti. E chiede di favorire le imprese bellunesi. «I grandi cantieri sono un’opportunità per la nostra terra, perché permettono alle imprese di lavorare, danno da vivere a intere famiglie che poi pagheranno le tasse qui. E troppo spesso è colpa delle stazioni appaltanti se alle gare partecipano solo imprese da fuori».
Già due anni fa, al tempo dei progetti di Rigenerazione urbana del Comune di Belluno, spiega Roccon, «su sette gare nemmeno una vedeva la presenza di ditte locali; allora ho chiesto, in consiglio comunale, di attingere alle liste depositate in Provincia e infatti nella seconda tranche di gare ci sono state realtà provinciali che hanno potuto partecipare».
Ora, per il candidato a supporto di Zaia, occorre vigilare sul nuovo ponte che sostituirà il Bailey. Soprattutto perché si parla di progettista straniero. «Ed è sempre lui che redige il prezzario e la valutazione economica dell’opera. Se non vengono applicati i corretti prezzi di mercato, a valutarli sono le Camere di Commercio, si rischia che le imprese nostrane davanti ad esigenze di ribassi troppo alti decidano di rinunciare e non si facciano avanti. La legge 25/14 prevede una graduatoria di fornitori e soggetti economici provinciale. Se il bando di gara viene espletato in ambito nazionale con gara aperta, senza rispettare l’elemento della territorialità, arrivano in provincia e in regione tanti soggetti da fuori. Ne sono un esempio le gare per la viabilità sulla strada statale per Cortina, gestite da Anas, dove sono presenti solo aziende meridionali che operano con ribassi d’asta impressionanti salvo dopo aver vinto la gara, chiedere una revisione prezzi».