«O troviamo le energie morali e intellettuali per trasformare il dramma in opportunità e produrre un cambiamento epocale, oppure ci abbandoniamo senza reagire a una deriva dalla quale sarà difficile tornare a riva». Ad affermarlo è Paolo Gamba, capogruppo di “Belluno è di tutti”, a Palazzo Rosso.
«In una città ben amministrata – prosegue – l’indirizzo strategico è quello che risponde alle domande “chi siamo?”, “dove siamo?” e “dove vogliamo andare?”. Per arrivare a questo, però, non si può prescindere dal proficuo confronto tra le componenti di maggioranza e di minoranza. È necessario raccogliere il contributo di tutte le forze sociali e culturali per costruire un progetto da sottoporre al giudizio dei cittadini. Amministrare una città capoluogo di provincia non è un gioco. Oggi, purtroppo, ci sembra che manchi questa consapevolezza e che ogni iniziativa sia messa in campo solo per zittire qualcuno o dare un contentino a qualcun altro. Tutto viene preso con estrema leggerezza».
Fari puntati sul Nevegal: «È fermo e tutto ricade sulle spalle degli operatori. Il Comune ha fatto fallire la società e con essa sono falliti pure il primo cittadino e la sua amministrazione. Ma gli esempi sono tanti: il pressapochismo sul fronte Inlab, l’attesa lunga anni del Ponte Bailey, le manutenzioni, la scuola, le categorie economiche, il turismo…».
Gamba ripensa al 2008: «Allora c’è stata un’accelerazione dei processi innovativi e si è assistito allo sviluppo di imprese basate sulle tecnologie digitali. Oggi? Siamo nella stessa situazione: ci aspetta un nuovo boom delle imprese che sapranno innovare, accentuando così le già forti differenze di performance in atto, in relazione alle caratteristiche dei diversi comparti, alle dimensioni dell’impresa e al contesto nel quale questo Comune opera. Se questa battaglia verrà affrontata solo in un’ottica di sopravvivenza, lascerà nel nostro tessuto economico e produttivo ferite non rimarginabili. Se sapremo invece cambiare mentalità, allora metteremo la nostra comunità nella condizione di uscire da un declino altrimenti certo».