La Regione sostiene il Nevegal. Ma prima il Comune deve comprare gli impianti

La Regione sostiene il Nevegal. Ma prima il Comune deve comprare gli impianti

Dichiarazione d’intenti forte e chiara. Se poi saranno rose, fioriranno. Ma dipenderà dal Comune di Belluno. Adesso il futuro del Nevegal è tutto in mano a Palazzo Rosso, con le rassicurazioni della Regione.

Ieri a Venezia si è parlato del Colle dei bellunesi. L’argomento è stato portato in consiglio regionale da un ordine del giorno del consigliere Franco Gidoni. E adesso la giunta regionale dovrà impegnarsi a «sostenere il Comune di Belluno, qualora lo stesso rientrasse in possesso degli impianti sciistici, negli investimenti destinati alla manutenzione, revisione o miglioramento degli impianti di risalita». Così si legge nel documento votato dall’aula. Le premesse sono semplici: la località riveste notevole interesse nell’offerta turistica e nell’economia del territorio, non solo bellunese. Quindi, va sostenuta. Come? Lo si vedrà.

«Mai come in questo momento il comparto turistico ha bisogno del sostegno delle istituzioni – commenta Gidoni -. È quindi necessario fare tutto quanto in nostro potere per sostenere le nostre montagne e, in particolare, il Nevegal».

In questi mesi è in corso di esame un progetto di legge regionale che prevede l’istituzione di un fondo per la valorizzazione dei comprensori sciistici. «A fare da apripista, sarà il comprensorio sciistico del Nevegal, nel Bellunese, che potrà accedere in via sperimentale – continua Gidoni -. Con il mio Odg, il Comune di Belluno avrà al suo fianco la Regione che sosterrà l’amministrazione negli interventi destinati alla manutenzione degli impianti di risalita, al loro ammodernamento e a quello dell’impianto di innevamento invernale. In questo modo permetteremo agli albergatori, e agli operatori turistici di poter recuperare quanto perso fino a ora con la prossima stagione invernale. Speriamo, a questo punto, che anche il Comune di Belluno faccia la propria parte per rientrare in possesso degli impianti e garantire così un futuro più luminoso all’Alpe del Nevegal».

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