Proseguono a Villa Pamphilj gli Stati Generali voluti dal premier Giuseppe Conte. E al tavolo del confronto c’è anche un bellunese: il ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme, Federico D’Incà.
«Sono soprattutto due i pensieri che mi accompagnano – spiega attraverso una nota il deputato del Movimento 5 Stelle -; siamo una giovane generazione di politici che sta affrontando con tenacia e determinazione la più grande emergenza che ha investito il mondo negli ultimi 70 anni. Il secondo pensiero riguarda il fatto che l’Italia è stato il primo Paese europeo ad affrontare questa tempesta con migliaia di vittime, cercando di guidare l’Europa nella guerra al Coronavirus. I primi a cercare il modo migliore di reagire alla crisi sanitaria e successivamente, alla crisi economica. A tutto questo, la generazione che oggi ha la responsabilità di guidare il Paese, poteva reagire in un solo modo: osando, accettando la sfida di scardinare tutti i meccanismi che hanno imbrigliato le nostre istituzioni e anche la comunità Europea negli ultimi 20 anni per utilizzare nuove leve, nuovi strumenti».
Quattro i principi ispiratori: «Vogliamo una nuova storia fatta di solidarietà, sviluppo sostenibile, inclusione e lotta alle diseguaglianze di tutti i tipi. Non è stato semplice e ancora non lo è. Ci muoviamo con grande difficoltà, perché il quadro è incerto e la pressione che ci arriva dal senso di responsabilità verso i nostri concittadini è enorme. Ma ci stiamo provando. È questo il senso dello sforzo che stiamo facendo con gli Stati Generali. Gli interlocutori internazionali, e non, che hanno partecipato ai lavori lo hanno riconosciuto. E ringraziato il nostro Paese».
Di ieri il confronto con i sindacati: «Abbiamo ascoltato le loro necessità e illustrato le intenzioni di questo Governo, pronto a semplificare e rendere più fluidi i sistemi e gli strumenti di tutela dei lavoratori, a investire in politiche attive del lavoro, in formazione per i giovani, in imprese al femminile, nello smart working». È nero su bianco un decreto orientato a estendere di 4 settimane la cassa integrazione per i lavoratori che hanno già effettuato le 14 settimane previste dal Decreto Rilancio: «Il confronto è proseguito con l’audizione di comuni, province e regioni – conclude il ministro D’Incà – e che continuerà nei prossimi giorni, ci darà la possibilità di migliorare le politiche del lavoro, di rendere più coordinata e fluida l’azione delle istituzioni ad ogni livello e di costruire l’Italia del futuro».