«Il Covid ammazza la cultura»: il Coro San Martino bussa a Palazzo Rosso

«Il Covid ammazza la cultura»: il Coro San Martino bussa a Palazzo Rosso

La richiesta è semplice. E corredata di fogli e fogli di firme. «Salvate il patrimonio culturale bellunese». Lo chiede il Coro San Martino. Ma nel grido di allarme si associano tutte le altre associazioni della vasta galassia culturale di Belluno. Del resto, il momento è quello che è. E per la cultura non è semplice. Per un coro men che meno.

«Ci ritroviamo a doverci proteggere limitando quelle forme di aggregazione che mai avremmo messo in discussione» scrivono dal Coro, in un documento presentato al consiglio comunale, sottoscritto da diversi rappresentanti della cultura. «In questo momento molte attività culturali stanno soffocando sotto il peso delle norme anti Covid e sono finite in coda alle priorità nella soluzione dei problemi. Ad esempio, i cori sono in ginocchio, la stagione corale è compromessa. Ma il danno è maggiore, perché la sopravvivenza di un coro inizia a monte di un concerto, e dipende dalla superficie necessaria a tenere in cerchio una trentina di persone, per mesi e mesi. Dipende dagli spazi che, paradossalmente, dilatandosi tra un corista e l’altro in nome della sicurezza, finiscono per ridursi fino a impedire la prova collettiva. Così succede nel caso del nostro Coro San Martino e molto probabilmente anche di tante altre associazioni. Di fatto, le sedi diventano insufficienti».

Da qui la richiesta. Urgente. Rivolta all’amministrazione di Palazzo Rosso. «Apra gratuitamente le porte di locali, sale, palestre o qualunque altro spazio in favore delle numerose realtà associative che costituiscono un’importante risorsa non solo dal punto di vista artistico, ma anche turistico ed economico per il nostro territorio».

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