Il culto della Madonna della Salute. Due le chiese bellunesi

Il culto della Madonna della Salute. Due le chiese bellunesi

Festa a Venezia, dove c’è una basilica dedicata proprio alla Salute. La tradizione di secoli della festa istituita dalla Serenissima nel 1630 si ripete ogni 21 novembre. Ma anche a Belluno il culto della Madonna della Salute non è sconosciuto. Anzi. Ci sono almeno due chiesette dedicate.

La prima in centro. Forse un po’ nascosta e sconosciuta. Ma d’altra parte è così con i tesori d’arte: spesso non si mostrano facilmente. La chiesetta si trova sotto i portici in Piazza delle erbe. Era la cappella del Monte di Pietà (il palazzo che domina la piazzetta), un gioiello secentesco che conserva alcuni pezzi notevoli di Andrea Brustolon. Merita sicuramente una visita. Anche dopo il 21 novembre. L’altare della parete di destra è impreziosito da angioletti abbracciati scolpiti proprio dal “Michelangelo del legno”.

L’altra è invece il santuario di San Mamante, adagiato sul primo tornante della strada che da Castion sale al Nevegal. La chiesa attuale è del Cinquecento, ma il primo nucleo è del tardo Duecento. Di fianco all’altar maggiore c’è una statua lignea della Vergine, chiamata da secoli “salus populi Castionensis” (salute del popolo castionese). Perché da secoli è venerata come Madonna della Salute dai castionesi, che hanno voluto associare il suo culto a quello di Mamante, famoso in zona per la salute delle puerpere. Già il nome (che suona simile a “mamma”) è indicativo. Ma la leggenda ancora di più. Secondo la vulgata locale, infatti, l’acqua che sgorga da una sorgente vicina alla chiesa (e inglobata all’interno di una piccola edicola sacra) per secoli ha dato latte alle neo mamme. I suoi effetti miracolosi avrebbero curato anche altri problemi di salute.

la Madonna della Salute della chiesa di San Mamante

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