Il povero che muore di freddo e la tunica del vescovo: l’episodio meno noto di San Martino

Il povero che muore di freddo e la tunica del vescovo: l’episodio meno noto di San Martino

La leggenda del mantello tagliato in due con la spada per ricoprire un povero mendicante è arcinota. Anzi, fa parte del simbolismo tipico di San Martino. Non c’è bellunese che non lo sappia. Ma pochi conoscono la storia dell’altro povero infreddolito. 

È uno dei racconti della ricca agiografia del santo, che si riferisce al periodo in cui Martino non è più un giovane soldato romano, bardato di armatura in sella al suo cavallo; è un frammento della vicenda del vescovo di Tours.

Martino infatti divenne il pastore della cittadina francese. E in un freddo giorno d’inverno ricevette la visita di un povero seminudo, che bussò alla sua porta. Il vescovo chiamò allora l’arcidiacono, per affidargli il mendicante. Ma il suo ordine venne trascurato.

Il poverello non si diede per vinto: di soppiatto entrò in sagrestia, dove il vescovo si stava preparando per la celebrazione della messa, e minacciò di non andarsene finché non avesse ricevuto un vestito per ripararsi dal freddo. Martino allora si tolse la tunica e la donò al povero infreddolito, prima di salutarlo.

Arrivò di corsa l’arcidiacono: era l’ora della messa e i fedeli attendevano in chiesa già da tempo. Martino, con voce tranquilla, disse che non poteva celebrare la messa se prima il povero non avesse ricevuto una veste per affrontare l’inverno. Il prete si giustificò dicendo che il mendicante non si trovava più nei paraggi. «Mi sia portata la veste che era stata preparata per lui» ordinò allora Martino. E l’arcidiacono, irritato dall’insistenza, andò nella prima bottega che gli capitò a tiro e comprò la veste più grossolana e a buon mercato che c’era. Tornato in sagrestia, la buttò davanti al vescovo: «Ecco la veste. Il povero però non c’è più».

Il santo di Tours sorrise e indossò la veste grezza. Poi, sornione, andò a celebrare la messa, sotto gli occhi increduli del clero diocesano. 

È solo una delle vicende del santo. Alcune sono descritte nel celebre Polittico di San Martino, conservato nella cripta del duomo. Ma questa è un’altra storia…

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