La provincia di Belluno può annoverare diverse figure che hanno portato l’arte e la storia oltre confine.
Come quella di Sebastiano Ricci: nato a Belluno nel luglio 1659, fu apprendista a Venezia, nella bottega del suo maestro Federico Cervelli.
Ma era un curioso, Ricci. E trovò ispirazione anche in altre botteghe, facendosi conoscere in tutta Italia. Innumerevoli le sue opere, fra le quali una Madonna con i sandali infradito. Dove si trova? Al Museo Diocesano a Feltre.
Un’opera davvero insolita, un po’ come l’anima di questo pittore dalla vita forse un po’ sopra alle righe.
La presenza delle infradito è un dettaglio curioso e attira l’attenzione di chi la guarda.
Ma Ricci non era uno sprovveduto: all’epoca di Cristo, l’infradito era una calzatura diffusa.
Veniva usata nei lunghi spostamenti nei deserti ed era in genere a pianta larga per non affondare sulla sabbia. Un piccolo cordone separava l’alluce dalle altre dita, in modo che la sabbia non desse fastidio ai piedi nel cammino. I ricchi egizi portavano le infradito in cuoio o in argento, mentre i poveri in papiro. La Madonna del Ricci sembra calzi proprio quelle in papiro.
I temi di questo pittore sono quasi sempre sacri: in antitesi con la sua vita un po’ turbolenta.
Basti pensare che, in quel di Rialto e a soli 19 anni, mise incinta una bellissima ragazza.
Ovviamente i genitori della giovane invitarono Ricci a sposarla, ma il giovane e talentuoso pittore non volle saperne.
Vedeva il matrimonio come un intralcio alla sua arte e pensò bene di avvelenare la povera sventurata.
Per fortuna venne salvata e Ricci denunciato per tentato omicidio.
E si sa all’epoca non c’erano sconti di pena.
Finì nelle prigioni della Serenissima.
La fama di bravo pittore, in questo caso, lo aiutò: fu liberato e si trasferì a Bologna, dove presto si fece conoscere per la sua grande dote.
Nel frattempo diventò padre di una splendida bambina.
Un giorno però partì per Parma, dove aveva una commessa. E conobbe un’altra donna.
Poi scappò a Torino con la figlia del suo collega Peruzzini. E ricevette la condanna a morte dal Duca di Savoia.
Anche stavolta la fama di bravo pittore lo salvò: fu scarcerato e bandito da Torino.
Raggiunge quindi Roma, Milano e Padova, dove affrescò la Basilica di Santa Giustina.
Anche Vienna conobbe la mano preziosa dell’artista, così come Palazzo Pitti a Firenze. E ovviamente Belluno per affrescare Palazzo Fulcis.
Si dice che l l’opera più prestigiosa si trovi a Venezia: la pala di San Giorgio Maggiore.
Ma la Madonna con le infradito fu l’opera della maturità, dipinta nel suo mezzo secolo di vita.
Morì a Venezia all’età di 75 anni, dopo aver portato la sua Belluno a Parigi, Dresda e Londra.
Alla prossima!