“Equilibri instabili”. È il titolo di un’opera del pittore cadorino Maurizio De Lotto e anche una condizione esistenziale delle montagne (oltre che dell’uomo). Ed è per questo che è stata scelta come logo ufficiale di “Oltre le vette”. La rassegna dedicata alla montagna, ai luoghi, ai paesaggi e alle metafore della vita compie 24 anni e non molla di certo, neppure in un anno reso impervio dal Covid. Perché a 24 anni c’è ancora la freschezza giusta per affrontare le salite, e la maturità perfetta per camminare con il ritmo più adatto.
Ecco allora le date, da segnare sul calendario. Dal 2 all’11 ottobre. Con qualche novità, a partire dall’organizzazione che quest’anno è affidata a un gruppo di lavoro coordinato e diretto da Valeria Benni (già direttore organizzativo della rassegna negli ultimi anni). Del gruppo (ma sarebbe meglio definirlo cordata, visto che si parla di montagna) fanno parte Francesco Vascellari, che curerà gli eventi legati all’alpinismo; Flavio Faoro, che seguirà i libri e dei film che saranno presentati al pubblico bellunese; Diego Cason, che da sociologo si occuperà degli eventi attinenti al tema; Valentina Ciprian, che curerà la comunicazione social e internet.
L’incertezza dell’evolversi della situazione sanitaria e quindi le difficoltà nel definire gli spazi e il numero degli spettatori fanno sì che quella del 2020 sia un’edizione con un numero minore di eventi rispetto al passato, ma di assoluto spessore. Tutti legati da un sottile filo rosso, il“ritorno alla montagna”: questo il tema della 24. edizione. In un territorio che vede da decenni le terre alte spopolarsi progressivamente a favore dei fondovalle prealpini e che assiste a un continuo calo demografico, si registra un timido flusso di ritorno, soprattutto di giovani in fuga dalle città, da luoghi snaturati dallo sviluppo selvaggio dei decenni passati, e che scelgono di vivere nel territorio dolomitico, a volte con progetti imprenditoriali e investimenti legati al settore primario, al biologico, al tecnologicamente avanzato.
Un equilibrio instabile, forse. Ma pur sempre un equilibrio.