Camminate autunnali per osservare la forza dei colori e la bellezza dei nostri luoghi?
Un’idea potrebbe essere la via degli ospizi.
Partendo da San Gottardo, passando per Agre e fino a Candaten, lasciandoci alle spalle la Certosa di Vedana.
Chi ha buone gambe potrebbe arrivare fino a Val Imperina.
Perché?
Perché è una passeggiata suggestiva.
La via degli ospizi è una perla rara del nostro territorio che va sicuramente riscoperta.
Già alla metà del dodicesimo secolo ne sorgono ben tre in quella via per l’Agordino.
La loro nascita è dovuta al fatto di dare ospitalità (solo per amor di Dio) ai poveri e ai viandanti.
Ai tempi la zona era abitata da lupi e orsi.
Non solo: i malviventi erano pronti a derubare per fame chiunque passasse e l’ospizio poteva essere un luogo per mettersi al riparo da questi malintenzionati.
Questa via che collegava alla Germania, meta di molti, seppur ardua e piena di valichi e montagne da superare.
Ma la fame di lavoro e una vita migliore era più forte della fatica che si prospettava davanti.
Il primo ospizio ad essere costruito, fu quello di Vedana, denominato poi San Gottardo tra il 1145 e il 1148 dagli abitanti di Mis e da servi armati.
Nello stesso periodo, tra il 1139 e 1148, grazie a una potente famiglia del Cadore e ad alcune famiglie benestanti dell’Agordino, fu costruito l’ospizio di Agre.
E Candaten?
Candaten fu costruita qualche anno dopo, proprio accanto alla chiesa di San Giacomo, protettore proprio dei pellegrini. Tra il 1194 e il 1208.
Più su, l’ospizio di Val Imperina.
CURIOSITÀ
Pensate che ogni ospizio era “gestito” da una piccola comunità che apparteneva alla Confraternita dei fratelli di San Martino. I quali si erano votati alla povertà, castità e obbedienza.
Periodicamente, tali ospizi venivano visitati dai Canonici, per accertarsi che le regole dell’accoglienza venissero rispettate.
Era un periodo vivace tra questi luoghi di passaggio.
Strade percorse a piedi carichi di sogni e di speranze.
Pronti per una bella passeggiata?
Alla prossima!