Nell’ultimo giorno di maggio, troviamoci tutti “Sotto casa”, insieme a Max Gazzè. Come ci suggerisce la cantante Jessica Da Re
Questo è il momento in cui si inizia a rielaborare quello che è successo, con le paure e la speranza.
Tra i tanti cambiamenti e le privazioni, abbiamo riscoperto il silenzio.
Il silenzio è preghiera, è la ricerca di una realtà che va oltre il tangibile.
In ogni momento di difficoltà nella storia, l’uomo si è affidato a Dio.
Privati della possibilità di praticare in comunità e condivisione la preghiera, l’abbiamo espressa individualmente e in modo più consapevole.
Il nostro senso di onnipotenza si è arrestato e ha ritrovato l’umiltà di un Dio sempre e comunque in ascolto.
Per chi porta in giro l’amore e la fede verso Dio ci sono spesso porte chiuse. Chi invece ha il coraggio di aprire la porta può scoprire che nasce sempre il sole dove c’è Dio.
Questa volta, davanti a tutte quelle porte che rimanevano per forza di cose chiuse, davanti all’isolamento e alla separazione di questo periodo, Dio ha bussato alla porta comunque.
A ricordarci il senso immenso della vita, a ricordarci che non si viene al mondo tanto per godere, ma soltanto perché un bene superiore ci ha creati.
Tema piuttosto profondo nell’apparente ironia di questo brano.