La leggenda della pannocchia. E un tesoro prezioso sotto terra

La leggenda della pannocchia. E un tesoro prezioso sotto terra

 

Tempo di raccolto: a fine settembre i campi sono pronti!

E voi siete pronti per una nuova leggenda?

La protagonista è lei: la pannocchia!

Tanto tempo fa, un signore possedeva un campo molto rigoglioso e fertile.

Aveva due figli e diceva loro che quella era l’unica ricchezza che possedevano: per questo dovevano averne cura. Anche perché la cosa più preziosa si nascondeva nella terra.

Una cosa che non si vedeva con la luce del sole.

I giovani non comprendevano a pieno le parole del padre e speravano, un giorno, di trovare il tesoro nascosto sotto terra.

Così, quando morì il povero uomo, i figli cominciarono a scavare in tutto il campo, rivoltando le zolle.

Ma non trovarono nulla. 

Uno dei due figli, deluso, lasciò la vanga e se ne andò. L’altro non disse nulla, perché quel padre premuroso amava troppo i suoi ragazzi e non avrebbe mai raccontato loro una bugia.

Si appoggiò alla zappa piantata a terra e, per ore, scrutò il campo.

Era ormai l’imbrunire, quando notò alla fine del campo, nella parte che non era stata toccata, un’unica pianticella: era bella, le foglie dorate.

«Eccolo, il tesoro!», gridò. 

E la pianta ebbe un fremito.

Ondeggiava sinuosamente, come mossa da una leggera brezza. Lo stelo sottile quasi si chinò per il peso del frutto, proprio davanti al ragazzo.

L’accarezzò: era l’unica pianta rimasta in vita dopo il bramoso cercare dei due fratelli.

«Questo frutto – disse la pianta – sgranato, piantato e bagnato ti porterà abbondanza e ricchezza». E così fu: la pianticella di mais aveva ragione.

Le piantine crebbero e produssero magnifiche pannocchie, con i chicchi biondi e grandi come pietre preziose.

Questo frutto divenne l’oro per gli Inca. E, per le popolazioni a seguire, un bene prezioso.

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