Agordo, immersa nelle nostre Dolomiti, vanta ben due leggende: ve le raccontiamo.
Si dice che Agordo fosse un bimbo che in tempi lontani abitasse la Conca, a quei tempi sommersa dalle acque di un grande lago.
Agordo amava pescare e, ogni giorno, andava sulle rive dello specchio d’acqua e se ne stava lì per ore.
Ogni tanto prendeva anche la barca.
Un giorno, però, il vento cominciò a soffiare forte e fece rovesciare la barca con cui Agordo e suo padre erano usciti per pescare.
Il padre a malapena riuscì a toccare la riva, mentre del piccolo Agordo e della sua barca non vi era traccia.
Il padre era disperato, tanto che il suo pianto fu udito da un cavaliere: San Martino.
Con un gesto fulmineo, il cavaliere estrasse la spada senza esitazione. E vibrò un colpo fortissimo sulle montagne che chiudevano la Conca agordina verso la parte sud. Divise così il monte Celo dai monti del Sole. A quel punto si formò un canale attraverso cui l’acqua defluì velocemente.
L’invaso rimase asciutto. E comparve Agordo, ancora vivo. Il padre lo abbracciò e ringraziò San Martino.
Da quel giorno l’invaso vuoto… divenne la nostra Agordo.
L’altra versione?
Si narra che gli abitanti della Conca fossero talmente poveri da attirare l’attenzione di San Martino.
Avevano bisogno di terre da coltivare per il loro sostentamento, ma il lago occupava gran parte della zona. Fu per questo che San Martino tagliò le montagne per far defluire l’acqua. E prese forma Agordo.
Alla prossima leggenda!