Tre fanciulle, la slitta e un diavolo: Val de Nagher e la sua leggenda

Tre fanciulle, la slitta e un diavolo: Val de Nagher e la sua leggenda

 

Estate, giornate calde e voglia di escursioni. Allora oggi immergiamoci nella Val de Nagher.

La leggenda racconta che a Gosaldo vivevano tre belle ragazze. Le quali, in una notte lontana, presero una slitta per recarsi alla funzione nella chiesa del paese. 

Ma la corsa in slitta era troppo divertente e preferirono continuare nel loro svago, dimenticandosi della Santa Messa.

Scivolarono così fino alla località il “Cristo”. All’improvviso, davanti alle tre fanciulle, si materializzò un giovane di bell’aspetto, che domandò di potersi unire a loro.

Ovviamente le ragazze non rimasero indifferenti al fascinoso e intrigante giovane.

Presero posto sulla slitta tutti e quattro.

Alla guida, il bel cavaliere.

Inizialmente il divertimento era davvero grande, ma tutto cambiò quando la slitta cominciò a prendere corsa, lungo un pendio ripidissimo.

Il panico assalì le fanciulle: il giovane no, era calmissimo e divertito. 

A un certo punto la velocità fu tale che due ragazze furono sbalzate dalla slitta.

Ammaccate e terrorizzate, continuarono a guardare la folle corsa del bel cavaliere alla guida della slitta con una di loro.

La stessa slitta divenne una grande palla di fuoco e il giovane cambiò aspetto.

Spuntarono sulla sua testa delle lunghe corna da diavolo e la coda.

La bellezza era svanita; la faccia, una maschera di livore.

Fino a quando lo videro cadere in una corsa forsennata nella Val di Nagher.

E affogò nel fiume portando con sé una di loro.

Ancora oggi, avvicinandosi al torrente della valle, si dice si possa sentire nel gorgoglio dell’acqua il grido del diavolo. E non solo…

 

CURIOSITÀ 

L’economia di Gosaldo, per secoli, si è retta sull’estrazione di mercurio nelle vicine miniere: quella di Vallata era la più rappresentativa.

Poi la crisi mineraria obbligò molti gosaldini a cercare nuove fonti di reddito.

Così, dall’Ottocento divennero famosi per la produzione artigianale di sedie. Non a caso i “seggiolai” erano artigiani semi-nomadi conosciuti perfino all’estero.

 

MONUMENTI DI INTERESSE

La parrocchiale intitolata alla Vergine Addolorata, in piazza a Don, risale al 1858 con opere di prestigio. 

La chiesa di San Giacomo in stile Gotico risale invece al 1700, quella di San Bartolomeo addirittura al ‘300 e vanta opere del Basarel.

Non dimentichiamo il Museo etnografico e del seggiolaio allestito nel centro di Don.

Gosaldo è immersa nel verde del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. A fare da cornice, la Croda Granda, il monte Agner, le Pale di San Martino, mentre l’abitato si trova vicinissimo alla Valle del Mis, che con il suo lago può essere meta di amanti della montagna e dell’arte.

Insomma, non manca nulla.

Alla prossima!

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