Piccoli segnali di rinascita. Il Nevegal non sa ancora di che morte morire. Ma non molla. E da qualche giorno ha riscoperto alcune “chicche” del passato.
La strada che dal Piazzale sale alla Faverghera era un un gioiellino negli anni Settanta, quando venne realizzata. C’era un marciapiede che accompagnava le pendenze e saliva lungo i tornanti, con un muretto a sassi decorato in vari punti. Negli anni erbacce, piante e incuria hanno coperto tutto. Grazie a un nutrito gruppo di volontari, però, le bellezze vintage di quei decori stanno tornando alla luce.
A fine giugno è ricomparsa la scritta “Alpe del Nevegal”, un centinaio di metri sopra il piazzale, dopo la prima curva. Blocchetti di marmo bianco incastonati dentro il muretto in cemento, fino a realizzare le tre parole a caratteri cubitali. Nei giorni scorsi, sotto muschio ed erbacce, sono stati riscoperti un abete stilizzato e un cuore, realizzati con la stessa tecnica dei blocchetti bianchi. E anche la scritta Cisa (Consorzio Italiano Strade e Ambiente) che mezzo secolo fa realizzò la strada della Faverghera.
L’intenzione dei solerti volontari è quella di recuperare anche il marciapiede. Che c’è, anche se non si vede. Ci vorrà un bel po’ di lavoro, ma la forza di volontà supera tutto. Anche l’annuncio di una morte certa per il Colle.