Ecco chi è il contatto stretto di un positivo (e cosa deve fare): lo spiega l’Ulss

Ecco chi è il contatto stretto di un positivo (e cosa deve fare): lo spiega l’Ulss

Chi è il contatto stretto di una persona positiva? Lo spiega l’Ulss, con una nota speciale. Utilissima in questo periodo, dato che molti risultano essere positivi al tampone, o comunque conoscono almeno un positivo.

«Si definisce contatto stretto di caso positivo al Covid-19 una persona che: convive col caso positivo; ha avuto un contatto fisico diretto (ad esempio una stretta di mano) con un caso positivo o con oggetti contenenti le secrezioni di un caso positivo (ad esempio un fazzoletto); si sia intrattenuta con un caso positivo per almeno un quarto d’ora a meno di 2 metri di distanza, senza uso di dispositivi di protezione individuali; si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio un’aula, una sala riunioni…) con un caso Covid-19 in assenza di dpi idonei; ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso Covid-19 o fa parte del personale di bordo addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto».

L’Ulss spiega anche cosa fare se si è stati contatto stretto di un positivo e se si è in attesa della chiamata per il contact tracing. E cosa deve fare la persona positiva per agevolare le operazioni?

«In attesa della chiamata da parte del Dipartimento di Prevenzione, la persona che abbia ricevuto la notizia della propria positività può predisporre una lista di tutti i contatti stretti con cui ha avuto a che fare a partire da 48 ore prima della comparsa dei primi sintomi, fino al momento della notizia di positività e dunque dell’immediato autoisolamento (in attesa della chiamata). Se la persona positiva è sempre stata asintomatica, inizia a contare i contatti stretti a partire da 48 ore prima dell’esecuzione del tampone diagnostico, fino al momento della notizia di positività e dunque dell’immediato autoisolamento (in attesa della chiamata). I dati di questi contatti che il caso positivo deve fornire al Dipartimento di Prevenzione sono: nome, cognome, data di nascita (solo se disponibile per una più certa identificazione dell’individuo), recapito telefonico, breve descrizione del tipo di contatto intrattenuto (esempio: convivente, familiare cui si è prestata assistenza, amico con cui si è cenato…) e quando questo contatto è avvenuto (al fine del corretto calcolo dei giorni di quarantena)».

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