«Le case di riposo della provincia di Belluno sono in grave difficoltà per mancanza di personale». A segnarlo è la Cisl Fp Belluno Treviso.
«Gli istituti – spiega Mario De Boni, segretario della Federazione del pubblico impiego della Cisl territoriale – sono in sofferenza. Oltre alla carenza strutturale, con tantissimi operatori e infermieri che nel corso degli ultimi anni sono andati a lavorare alla Ulss, in questi giorni ci sono diversi lavoratori risultati positivi al Covid. Dunque a casa. Basti pensare ai casi di Cortina e di Ponte nelle Alpi, con più della metà degli operatori contagiati».
Secondo le stime della Fp, nell’attuale stato emergenziale sono oltre un centinaio gli operatori socio-sanitari e gli infermieri mancanti per garantire il servizio di assistenza nelle 31 strutture del territorio. Nei prossimi due anni, la necessità – fra case di riposo e ospedali – sarà di 350 Oss in più rispetto a oggi e di 200 infermieri, considerando pure lo sviluppo della medicina territoriale.
La richiesta della Cisl Fp è chiara: «Serve una regia unica della Regione che si deve fare carico del problema, trovando nuove modalità per assumere personale, con un contratto dignitoso, paragonabile a quello nazionale della sanità. Si potrebbe ipotizzare anche l’assunzione diretta da parte della stessa Ulss del personale da destinare a queste strutture».
Su questi temi, le Federazioni regionali del Pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil, con la Fisascat Cisl, hanno chiesto un incontro urgente all’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin: «Nessuna risposta, per il momento».