Container per Galilei, Calvi e Renier: la scuola si adegua alle misure anti-Covid

Container per Galilei, Calvi e Renier: la scuola si adegua alle misure anti-Covid

Dove vai a scuola? Nel container. O nella tensostruttura. In tempo di Covid funziona (anche) così. Le scuole devono ricavare spazi in più e la Provincia si adegua per gli edifici di sua proprietà. Nelle prossime settimane, in arrivo altri moduli prefabbricati da installare nei cortili: serviranno per lo scientifico Galilei, per il Calvi e per il Renier. In particolare, al liceo scientifico arriverà un container da cinque aule più servizi e bidelleria. E sarà posizionato assieme a una tensostruttura. Servirà per dare “sfogo” alla grande quantità di alunni (che non potrebbero rimanere stipati nelle piccole aule di via Gregorio XVI, utilizzate come spazi didattici ma nate mezzo secolo fa come orfanotrofio). 

Sempre allo scientifico nelle scorse settimane sono stati effettuate alcune sistemazioni nel vecchio appartamento del custode, così da ricavare altre aule. Si tratta di quei piccoli lavori di “edilizia leggera” che nell’ultimo mese hanno visto occupate quasi tutte le scuole. Muri abbattuti o nuove pareti in cartongesso, per adeguare le stanze alle nuove richieste. Ma anche sistemazione di scantinati e magazzini. E dove gli spazi non bastano, ecco i container, come nel caso del Calvi e del Renier, dove ce ne sono già nove e altri in arrivo. 

«L’impegno da parte della Provincia è stato massimo e in tempi molto celeri sono stati assicurati tutti gli spazi necessari – spiega la consigliera provinciale Serenella Bogana -. Avevamo a disposizione una dotazione finanziaria di 500mila euro dai Fondi Pon e con i lavori di “edilizia leggera” abbiamo speso quasi la totalità della cifra. La Provincia aggiungerà risorse proprie per acquistare alcuni container e garantire anche le ultime esigenze».

L’impegno della Provincia va anche oltre l’edilizia scolastica. E punta ad assicurare un’offerta didattica ampia anche nelle scuole più periferiche. Per questo motivo la consigliera delegata Bogana ha incontrato il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Tema: gli istituti comprensivi con l’indirizzo musicale, che nel Bellunese contano soltanto 26 cattedre (contro le 41 di Rovigo e le 99 di Treviso, per rimanere in ambito veneto).

«Abbiamo molti istituti con indirizzo musicale, ma perlopiù si tratta di spezzoni orari; quindi, con pochissimi posti – spiega Bogana -. D’altra parte in provincia c’è un liceo musicale e quasi ogni Comune ha la banda. Partendo da questi dati, cercheremo assieme all’Ufficio Scolastico Territoriale di completare i corsi che oggi sono spezzati e attivarne di nuovi. Anche nell’ottica di creare un’attrattiva maggiore verso le scuole più periferiche, dove gli istituti comprensivi rischiano di essere sottodimensionati».

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto