In provincia di Belluno, il personale ostetrico ha gestito 772 gravidanze a basso rischio in un solo anno: il 2019. E il dato arriva dall’Ulss Dolomiti.
A questo proposito, la Regione Veneto ha attivato un “progetto pilota” che ha contribuito a definire i percorsi differenziati per grado di rischio. E a promuovere la presa in carico della gestante da parte del personale.
Le ostetriche, infatti, sono adeguatamente formate per questa tipologia di modello. E, di conseguenza, in grado di assistere in modo appropriato le future mamme.
Qualora nella valutazione del quadro complessivo l’ostetrica dovesse inquadrare la gravidanza in una fascia di rischio intermedio, lo specialista ginecologo si inserisce con interventi di prevenzione primaria. In più, è riconosciuta la centralità della donna nel processo assistenziale. E questo le consente di vivere il percorso dei 9 mesi e della nascita accompagnata dalla quantità minima di interventi necessari.
«L’efficacia di un simile modello di assistenziale – spiega Fabio Tandurella, direttore della Uoc Ostetricia e Ginecologia di Belluno – presenta notevoli vantaggi. Come la de-medicalizzazione del percorso nascita e la restituzione alla donna e alla coppia della dimensione naturale dell’evento».