Poco personale e strade al collasso: la Filt Cgil chiede assunzioni per la viabilità

Poco personale e strade al collasso: la Filt Cgil chiede assunzioni per la viabilità

Pochi ma buoni, si dice di solito. Nel caso di Veneto Strade, pochi e basta. E La Filt Cgil batte i pugni: o il piano industriale prevede nuove assunzioni, o la vita. Perché se le tute arancione sono troppo poche si crea un duplice problema, Di sicurezza, innanzitutto; e per chi opera sulle strade non è una questione da poco. E di viabilità, perché è normale che l’asfalto resta senza manutenzione. 

«I lavoratori in strada sono rimasti sempre meno, tanto da dover accorpare le squadre tra loro perché ormai formate da un unico componente – denuncia Alessandra Fontana, segretaria provinciale Filt Cgil -. Da anni denunciamo come, a fronte dei numerosi e continui pensionamenti (le lavorazioni in strada rientrano infatti tra quelle gravose, ndr) manchi un reale piano di assunzioni che permetta il normale turn over occupazionale. L’anno scorso, dopo quasi una decina d’anni, abbiamo avuto cinque assunzioni, decisamente troppo poche per coprire anche solo i pensionamenti di un semestre. Quest’anno a febbraio abbiamo sottoscritto con l’azienda un protocollo che prevedeva, per Belluno, l’assunzione di dieci persone in strada nel 2020. Pareva l’inizio di un nuovo confronto, di un piano industriale che avrebbe permesso, negli anni, di rilanciare l’attività dell’azienda della viabilità provinciale. Peccato però che, a estate inoltrata, ancora non se ne sappia nulla». 

Il motivo? Non è chiaro. «Pare manchi l’autorizzazione da parte della Regione – continua Fontana -. Francamente troviamo vergognoso e non più sostenibile questo ritardo nelle assunzioni, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. I chilometri di strada sono sempre gli stessi, il personale ormai è ridotto al minimo e, malgrado le rassicurazioni della Regione sull’importanza di mantenere il modello Veneto Strade, assistiamo nei fatti allo scivolamento verso un modello di appalti sempre più spinti all’esterno. Va da sé infatti che non potendo garantire le lavorazioni con il proprio personale, Veneto Strade è costretta ad affidare le operazioni ordinarie (sfalci in estate, sgombero neve in inverno, ndr) a ditte in appalto. Così non va». 

Le richieste del sindacato sono chiare: piano industriale, assunzioni e mezzi. «Servono squadre non minime ma realmente operative; serve una riorganizzazione dell’attività in strada concertata con le organizzazioni sindacali e non imposta da ordini di servizio fondati sull’emergenza – conclude Fontana -. Se invece le scelte sono altre, si abbia il coraggio di ammettere che il modello Veneto Strade non esiste più e che ha vinto un modello organizzativo legato agli appalti e alle esternalizzazioni delle attività, con il mantenimento solo del controllo della tratta».

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