Stop alle code in Alemagna con il prolungamento della A27: «Il progetto c’è già»

Stop alle code in Alemagna con il prolungamento della A27: «Il progetto c’è già»

La soluzione alle code in Alemagna c’è: «Si chiama prolungamento della A27». E c’è già anche il progetto preliminare, approvato in Commissione Via nazionale (valutazione impatto ambientale) diversi anni fa: un piano di pochi chilometri che porta le due corsie dell’autostrada fino a ridosso di Tai di Cadore, spostando l’immissione da Pian di Vedoia a Pian de l’Abate (appena dopo Caralte). I chilometri di auto in colonna che si vedono puntuali ogni fine settimana sarebbero eliminati. Perché il problema sono i rallentamenti di Castellavazzo e Longarone. «E con la A27 che supera sia l’uno che l’altro, non ci sarebbe più nessun punto nero. Almeno fino a Tai». Lo dice il professor Giovanni Campeol, docente di valutazione di impatto ambientale all’università Iuav di Venezia e tecnico della Regione Veneto in Eusalp (la macroregione alpina).

In effetti, il progetto di prolungamento esiste. Una ventina di chilometri in destra Piave fino a Longarone; con lunghi tratti in galleria da Castellavazzo a Caralte (in modo da bypassare i problemi morfologici della valle stretta e contemporaneamente ridurre al minimo l’impatto ambientale). «Quel progetto è lì dal 2013 e ha già il parere positivo della Via nazionale. Perché rimane fermo anche oggi che il problema del traffico in Alemagna sta scoppiando? – si chiede Campeol -. La Statale 51 non è più in grado di sopportare la mole di traffico che riceve ogni fine settimana, e non solo. Le comunità locali non vengono penalizzate dalla paralisi della loro viabilità e insieme dall’inquinamento. Ma se lo stesso numero di auto, anziché impiegare quattro ore per percorrere pochi chilometri ci impiegasse mezzora, anche i gas di scarico si ridurrebbero».

C’è poi da considerare un altro aspetto: non c’è solo il traffico da weekend. Nel giro di pochi anni il Cadore e Cortina riceveranno i flussi di Mondiali 2021 e Olimpiadi 2026. «Da dove arriveranno i turisti? Non possiamo pensare che arrivino a Bolzano perché dall’altra parte hanno infrastrutture migliori. Altrimenti che ritorno avrebbe il territorio bellunese? – prosegue il professor Campeol -. Credo sia necessario programmare fin da ora non solo il prolungamento, ma anche lo sbocco a nord. Le categorie economiche sono d’accordo. E lo spopolamento si combatte anche con le infrastrutture. È un controsenso che un territorio attrattivo come il nostro per i turisti perda ogni anno mille abitanti. Se succede, è perché la gente non può spostarsi verso i servizi e quindi cala la qualità della vita. Qualcuno dice che con l’autostrada lo spopolamento aumenta perché la gente scappa dalla montagna? Se la gente scappa per davvero, non aspetta certo di farlo in autostrada. Non si è mai visto qualcuno che attende una strada per poter andarsene».

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