Crollano gli utenti: per salvare il trasporto pubblico servono misure straordinarie

Crollano gli utenti: per salvare il trasporto pubblico servono misure straordinarie

Salvare l’azienda per salvare il servizio. È questo il tema del trasporto pubblico locale. Che al momento ha un presente burrascoso e potrà avere un futuro solo se ci saranno risorse straordinarie da parte dello Stato e una ridefinizione del sistema più funzionale a far girare i mezzi pieni anziché vuoti. La questione è stata affrontata in una riunione convocata e coordinata dalla Provincia di Belluno, a cui hanno preso parte Dolomitibus, sindacati, categorie economiche, mondo della scuola e associazioni dei consumatori.

I DATI

La situazione è critica, nella fotografia scattata dai vertici di Dolomitibus. La riduzione del servizio disposta dalle ordinanze regionali si accompagna infatti a una caduta dell’utilizzo del mezzo pubblico, anche per effetto della paura del contagio.

Dolomitibus deve fare i conti con 1.857 utenti al giorno in queste settimane, contro una media pre-Covid di 28mila passeggeri. L’incasso da tariffa del mese di aprile raggiunge appena il 6% dell’incasso medio mensile in periodo “normale”. Le stime effettuate dall’azienda parlano di una perdita di 1 milione e mezzo di euro durante i mesi di lockdown, che potrebbe arrivare a 3 milioni e mezzo a fine anno, anche per effetto del calo degli altri servizi (compreso quello di allestimento per conto di altre aziende di tpl).

«Il problema più grande in questo momento è la mancanza di passeggeri – spiegano l’ad Natalia Ranza e il presidente di Dolomitibus Andrea Biasiotto -. Oltre agli studenti che sono a casa, registriamo proprio la paura a salire sul mezzo pubblico, tanto che il carico medio sulle linee attive si assesta sui 4-5 passeggeri».

Da qui, la necessità, emersa dal tavolo, di spingere sulla sensibilizzazione e sulla comunicazione. «I mezzi pubblici sono sicuri – ribadiscono Ranza e Biasiotto -. Dolomitibus ha predisposto sistemi di sanificazione costante su tutti gli autobus e le corriere, e sta facendo rispettare i distanziamenti di sicurezza previsti».

LE PROPOSTE

Il problema che si pone all’orizzonte del servizio di trasporto pubblico locale è quello di garantire le corse, nel rispetto dei nuovi carichi possibili alla luce del distanziamento di sicurezza. Dolomitibus e la Provincia lavoreranno per predisporre un servizio a chiamata, anche con prenotazione degli utenti. È al vaglio anche la proposta di integrare il servizio con il trasporto Ncc (da parte di Confartigianato), soprattutto nelle aree più periferiche del territorio provinciale, in attesa di capire come dovrà essere ridefinito il servizio anche per le fabbriche e per le scuole. In questo senso, il tavolo dovrà essere riaggiornato, alla luce delle linee guida che saranno emanate nelle prossime settimane (soprattutto per quanto riguarda la ripresa delle scuole a settembre, per la quale le ipotesi al vaglio sono ancora troppo vaghe). 

Ma la richiesta principale è quella di misure finanziarie straordinarie da parte dello Stato, come emerso anche dalla riunione tra la Provincia e l’assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti. Il fondo nazionale di 500 milioni per il tpl non è sufficiente; anzi, coprirebbe appena il 13% degli introiti da tariffa di tutte le aziende di trasporto pubblico dello Stivale. 

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