Trasporto pubblico e “fase 2”: Confartigianato si mette a disposizione

Trasporto pubblico e “fase 2”: Confartigianato si mette a disposizione

I trasportatori di Confartigianato in prima linea per la “fase 2”. Con una proposta concreta per riorganizzare il trasporto pubblico in provincia, messa nero su bianco dall’associazione e inviata alla Provincia e alla direzione dell’Ulss 1 Dolomiti.

«In questo momento la collaborazione è fondamentale per superare l’emergenza e traghettarci verso la riapertura e il rilancio delle imprese e anche del nostro territorio – afferma la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella -. Per questo motivo la categoria Trasporti si mette a disposizione per collaborare in maniera costruttiva a quella che sarà la nuova modalità del trasporto pubblico locale».

La proposta guarda al futuro complessivo del trasporto pubblico in provincia di Belluno. E parte dall’idea che la “fase 2” necessiterà di una riorganizzazione attenta alle misure di sicurezza anti-contagio e al distanziamento sociale. «Di fatto, ci saranno meno posti sui mezzi pubblici e di conseguenza serviranno più autobus e più corriere per erogare lo stesso servizio del periodo pre-lockdown – sottolinea la presidente Scarzanella -. In questa situazione, la nostra categoria Trasporti potrebbe collaborare al mantenimento di un servizio fondamentale, specialmente in un territorio frammentato e vasto come quello della provincia di Belluno. Penso ai trasporti da e per i luoghi di lavoro, ma anche ai servizi per gli anziani che vivono nelle zone più periferiche e che magari avranno la necessità di spostarsi per motivi di salute».

«La messa a disposizione dei nostri mezzi e del nostro lavoro vuole essere una proposta concreta di collaborazione nella riorganizzazione del trasporto pubblico e anche un modo per rilanciare una categoria che sta soffrendo fortemente il drastico calo di lavoro – dicono Emmanuela Faoro e Agostino Genuin presidenti rispettivamente della categoria Ncc e Bus Operator della Confartigianato -. Confidiamo che la Provincia e la direzione dell’Ulss Dolomiti possano prendere in considerazione la nostra idea, per un contributo utile alla mobilità».

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