Megali al Governo: «Meno burocrazia e tempi più rapidi per le risposte alle aziende»

Megali al Governo: «Meno burocrazia e tempi più rapidi per le risposte alle aziende»

 

“Per l’Italia contro le inefficienze del sistema”: è il titolo della mozione approvata la scorsa settimana dagli Stati Generali dei Consulenti del Lavoro, in seguito all’emergenza Covid-19 e ai provvedimenti per imprese e lavoratori approvati in questo periodo.

«Non una banale lista di lamentele, ma un elenco preciso di cosa non va in un periodo emergenziale sotto il profilo sanitario, e che sotto gli aspetti finanziari ed economici deve ancora far sentire tutto il suo effetto», afferma l’avvocato Innocenzo Megali, presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro della provincia di Belluno e Coordinatore regionale della Consulta.

Fari puntati sul pagamento degli ammortizzatori sociali per il 15 aprile per le aziende entrate in crisi a causa dell’epidemia: «I decreti legge che si sono susseguiti non hanno però modificato le procedure ordinarie, e questo di fatto impedisce di poter rispettare questi termini – spiega Megali -. Pensiamo al fatto che, in piena pandemia, vengono ancora richiesti accordi o informative sindacali anche per le chiusure aziendali per Covid-19, o che ogni istanza necessiti di una risposta formale per l’approvazione».

Impossibile rispettare con le vecchie regole gli strettissimi tempi annunciati, quindi; poi, c’è la questione degli strumenti: «Ad oggi, a seconda della regione in cui operiamo, abbiamo a disposizione diversi ammortizzatori sociali: ad esempio, in Veneto dobbiamo scegliere tra 6-7 misure diverse, con la relativa burocrazia. – continua Megali – Inoltre, si è voluto accentrare l’intera gestione sull’Inps, con i risultati che abbiamo visto: server impallati e sito offline, non solo per chi voleva richiedere il famoso bonus da 600 euro, ma anche per i professionisti che devono poter continuare a svolgere il loro lavoro. Non è andata meglio con l’apertura per fasce orarie del sito, aperto dalle 8 alle 16 per i professionisti e per il resto della giornata ai cittadini, dimenticando che per le partite iva non esistono orari di lavoro».

La necessità della risposta dell’Inps per l’autorizzazione all’ammortizzatore non è una semplice formalità: «Abbiamo bisogno del numero di autorizzazione per comunicare poi all’Istituto le ore da pagare al singolo dipendente della singola azienda, e ad oggi molte domande devono ancora essere acquisite – illustra Megali -. Se l’impresa, per problemi di liquidità, non ha possibilità di anticipare di tasca propria al dipendente l’ammortizzatore, il rischio concreto è che si vada molto in là nel tempo con la liquidazione dei pagamenti».

A dare il quadro della situazione, arrivano i dati diffusi dalla Regione Veneto e Veneto Lavoro: alle 13.30 di mercoledì 8 aprile, erano 16879 le domande di cassa integrazione in deroga presentate, per un totale di 47918 lavoratori interessati.

Pesanti i danni dell’epidemia anche per quanto riguarda i rapporti di lavoro: il saldo tra assunzioni e cessazioni tra il 23 febbraio e il 5 aprile 2020 è stato negativo, -20400 unità; nello stesso periodo del 2019 si era a +19500.

6900 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in meno rispetto al 2019, 3000 in meno quelli di apprendistato; infine, – 30000 per i contratti a termine, inclusi i rapporti di lavoro stagionali che hanno fatto registrare un -64%.

La diminuzione delle assunzioni a tempo indeterminato è risultata maggiore nei settori considerati “non essenziali” dai decreti governativi; per i contratti a termine, invece, crollo in tutti i settori. Una situazione che si protrarrà anche nei prossimi mesi, con turismo e commercio che continueranno a pagare l’epidemia, dopo aver già perso 20mila posti di lavoro.

“Tengono”, con un calo di assunzioni tra il 15 e il 20%, agricoltura, industria alimentare, sanità, servizi sociali industria farmaceutica e industria della chimica-plastica. Male il manifatturiero, -45%, mentre per i servizi è crisi nera: -82% dei contratti temporanei e -72% di quelli stabili per il turismo, -69% dei contratti a termine per le attività professionali.

Le richieste sono chiare: «Serve innanzitutto un ammortizzatore sociale unico, strumento straordinario per poter gestire una situazione emergenziale. È poi necessaria fin da subito una semplificazione delle procedure, ad esempio togliendo l’obbligo di accordo sindacale per chiusura causa Covid-19 e accelerando le procedure di approvazione delle richieste, prevedendo la formula del silenzio-assenso».

«Infine, chiediamo al Governo di ascoltarci, di sfruttare le capacità e le competenze dei liberi professionisti per stilare i prossimi provvedimenti, istituendo anche una “task force governativa” che veda al tavolo anche i Consulenti del Lavoro per redigere un piano strategico per contenere ora gli effetti negativi e per ripartire poi con efficacia, una volta finita l’emergenza».

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