Allevatori sotto scacco del lupo: «Non scaricate le colpe su di noi»

Allevatori sotto scacco del lupo: «Non scaricate le colpe su di noi»

 

Il lupo continua a imperversare: nel Veneto. E anche in provincia di Belluno. Basti pensare che in due mesi, nella sola area di Chies d’Alpago, il predatore si è scagliato su cinquanta pecore, due muli, due cani e diciotto daini. Senza considerare i ripetuti attacchi in Valbelluna, a Lentiai e in varie altre zone. 

Per gli allevatori, la situazione è ormai insostenibile. E, attraverso Salvaguardia Rurale Veneta, prendono posizione: «L’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan – spiegano – ha dichiarato che “gli interventi di prevenzione e difesa messi in campo dalla Regione stanno iniziando a mitigare l’impatto del grande predatore”. E si esprime con una nota di rimprovero verso gli allevatori, colpevoli di non adottare le misure di prevenzione degli attacchi dai grandi carnivori. Ma non è così». 

La linea di difesa è netta: «Vogliamo sottolineare come i pochi allevatori che hanno potuto, si siano impegnati a mettere in sicurezza i propri animali secondo le indicazioni della Regione, ma nella stragrande maggioranza dei casi sussistono difficoltà oggettive. Sia di carattere pratico, sia di carattere burocratico. E tutto ciò frena l’implementazione delle misure proposte, la cui efficacia e sostenibilità rimane comunque dubbia e in attesa di essere valutata».

Tra le limitazioni, spunta il fatto che, negli alpeggi, le recinzioni mobili elettrificate non sono efficienti e quelle fisse – per regolamento – non possono essere installate. Senza considerare i pascoli in affitto o i regolamenti comunali che vietano di installare recinti fissi di altezza idonea a tenere fuori il lupo: «Sono difficoltà riconosciute dalla stessa Regione Veneto e che hanno giustificato la spesa di 180.000 euro (di cui 150.000 a carico dell’ente) per il “Progetto di gestione proattiva del lupo in Veneto attraverso catture e telemetria satellitare finalizzato alla prevenzione delle predazioni sul bestiame domestico al pascolo”. Insomma, la Regione ha le mani legate sulla gestione della specie lupo, in quanto la materia è di competenza del ministero dell’Ambiente. Tuttavia, non troviamo corretto né produttivo che la stessa continui a scaricare sugli allevatori la “colpa” dei danni che devono subire».

Da qui, la richiesta: «Faccia pressione sul ministero per una corretta gestione dei grandi carnivori. E sia al nostro fianco, non contro. Perché gli allevatori, nonostante tutto, continuano a lavorare garantendo la manutenzione e la tutela del paesaggio di cui tutti sentiamo la mancanza in questi giorni di reclusione». 

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