Pasqua a porte chiuse: anche la Chiesa dovrà attenersi. Messe solo in tv

Pasqua a porte chiuse: anche la Chiesa dovrà attenersi. Messe solo in tv

Pasqua senza settimana santa. Ormai è una certezza. Perché anche la liturgia più solenne dell’anno deve fare i conti con il coronavirus. E poco importa se l’ultimo Dpcm è valido fino al 3 aprile, mentre la solennità della risurrezione cade domenica 12 aprile: anche la Chiesa ha capito che si andrà per le lunghe. E ha già dato indicazioni precise.

Il dicastero vaticano del Culto Divino ha elaborato un decreto con le “indicazioni generali” per le celebrazioni che vanno dalla Domenica delle Palme a quella di resurrezione (dal 5 al 12 aprile). Conferenze episcopali e diocesi dovranno attenersi alle regole. Una su tutte: Pasqua a porte chiuse. Del resto, il culmine del calendario cristiano non può essere traslocato a data da destinarsi. Quindi, l’indicazione precisa per i paesi colpiti dalla malattia è di celebrare i riti della Settimana Santa «senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace». Ottimi i mezzi di comunicazione di massa per trasmettere le liturgie e tenere un collegamento di preghiera. 

Per la messa delle Palme, viene indicato di evitare la processione, mentre la messa crismale (quella della benedizione degli olii, il giovedì santo mattina) viene proposto di rinviarla di data. Solennità ridotte nel triduo pasquale: niente lavanda dei piedi il giovedì santo, bacio della croce limitato al celebrante il venerdì, e funzione ridotta anche per la veglia pasquale.

Adesso spetterà ai vescovi declinare a livello locale le indicazioni del decreto. 

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