Negozi chiusi, fabbriche aperte. O quasi. Mentre il mondo delle imprese si interroga sulla necessità o meno di continuare a lavorare (e mentre il modello economico impone il ciclo continuo nella produzione), ci pensano i sindacati a mettere i puntini sulle “i” della salute. Parola d’ordine: salvaguardia; dei lavoratori prima di tutto. È il messaggio di Cgil, Cisl e Uil, lanciato anche alle aziende bellunesi.
«La distanza di sicurezza prevista per evitare il contagio da Covid-19 di almeno un metro deve essere rispettata in ogni azienda sia in produzione che negli uffici, in mensa e negli spogliatoi anche prevedendo riorganizzazioni nei turni di lavoro e nelle presenze – sottolineano le tre sigle sindacali, battendo soprattutto sul “deve” -. Qualora ciò non fosse possibile le aziende devono fornire idonei dispositivi di protezione come barriere, maschere, guanti…».
La lista dei “deve” si allunga. E contempla la necessità di detergenti per le mani, di pulizie complete e quotidiane degli ambienti di lavoro con detergenti a base di cloro o alcol, e molto altro. «L’azienda deve programmare la sanificazione periodica dei luoghi di lavoro anche utilizzando gli ammortizzatori sociali per poterla svolgere – continuano Cgil, Cisl e Uil -. Ogni lavoratore che abbia qualunque sintomo da infezione respiratoria e febbre deve essere allontanato dal posto di lavoro e messo in malattia; deve essere garantito il rigoroso controllo da parte dell’azienda degli accessi negli ambienti di lavoro di clienti, fornitori, lavoratori in appalto in modo da evitare qualsiasi forma di contatto biologico e qualsiasi forma di assembramento. Ogni azienda deve concedere in ogni occasione in cui sia possibile, ferie, permessi, congedi parentali e forme di telelavoro ai lavoratori e lavoratrici che ne facciano richiesta».
Alla fine della lista, l’invito a denunciare alle Rsu eventuali mancanze.