Rifugi aperti per l’estate con cinque semplici regole. Parola d’ordine: responsabilità

Rifugi aperti per l’estate con cinque semplici regole. Parola d’ordine: responsabilità

 

Alla fine bastano cinque mosse per tenere aperti i rifugi e mettere sotto scacco il Covid. Cinque regole d’oro che caratterizzeranno l’estate 2020. Le ha presentate ieri la Fondazione Dolomiti Unesco, insieme a Regioni, Province e associazioni alpinistiche dell’area dolomitica. La parola d’ordine resta responsabilità. Che in montagna va sempre bene, anche quando il coronavirus sarà un pallido ricordo.

Allora eccoli i “comandamenti” dell’escursionista in tempo di pandemia. 

Primo: prenotare. Una telefonata o una mail (nel caso di rifugi 2.0) non costano niente, ma facilitano il gestore; tra l’altro, è obbligatoria per i pernottamenti, fortemente consigliata per i pasti.

Secondo: la mascherina è come un diamante, è per sempre; nel senso che va usata nelle aree comuni, insieme a un buon gel igienizzante.

Terzo: la distanza di sicurezza è una buona pratica anche in montagna.

Quarto: chiedere è lecito, anzi è meglio; conviene chiedere al rifugiata quali siano le modalità previste nelle diverse strutture per il pernottamento.

Quinto: portarsi dietro asciugamano e ciabatte.

Poche regole, semplici, ma fondamentali; soprattutto per i rifugi che altrimenti dovrebbero tenere chiuso tutto l’estate. Le cinque mosse sono già state raccolte in una locandina che sarà diffusa sui canali social e affissa nei 66 rifugi dell’area dolomitica, che coinvolge Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia. 

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