Trasformazione per il turismo. Sì, ma quale turismo? Domanda più che legittima in Nevegal, più precisamente a Pian Longhi, dove da qualche giorno si sono conclusi i lavori di ristrutturazione delle vecchie casere Stevaliere. Si tratta di due edifici che un tempo servivano per le attività agricole della zona e che oggi, almeno delle intenzioni dell’Unione Montana, dovrebbero servire come strutture ricettive.
Il restauro conservativo è stato portato avanti con rispetto della tipologia e dei materiali precedenti. Un lavoro che ha visto un importante contributo del Gal Prealpi Dolomiti per un costo complessivo vicino ai 250mila euro. Le due casere sono state rimesse a nuovo. Una con stanze adatte all’installazione di letti e camere, dotata anche di bagni e docce. L’altra con una sala riunioni molto capiente. L’idea è quella di renderle perfette come base di appoggio per escursionisti e gruppi di scout. Insomma, farle diventare una struttura ricettiva per quel turismo “lento” che oggi va tanto di moda.
La domanda però si pone: in Nevegal? Proprio in quel Nevegal che anno dopo anno lancia segnali di difficoltà e stenta a rincorrere i fasti del passato (ormai lontano)? Tra l’altro, la zona di Pian Longhi è quella in cui è stato realizzato diversi anni fa il campus Paolo Valenti, con campo da calcio, da basket e ampia struttura con spogliatoi, palestra e bar-ristorante. Una piccola cattedrale nel deserto, visto che viene ampiamente sotto-utilizzata e per lunghi periodi non si trovano neanche gestori che partecipino ai bandi dell’Unione Montana.
La speranza è che le casere Stevaliere abbiano una sorte diversa. Più rosea.