La frana di Cancia (Borca di Cadore) rimane osservata speciale. Sono partiti nei giorni scorsi i monitoraggi a vista assicurati dalle squadre di Protezione civile. Nel frattempo, la Provincia di Belluno ha ripristinato il sistema tecnologico di controllo e allarme, che scatta in caso di eventi meteo particolarmente intensi e di temporali che possono svilupparsi a monte, con il rischio di innesco di colate detritiche.
«Si tratta di due sistemi diversi per tenere controllato il canalone dell’Antelao e garantire la massima sicurezza agli abitanti di Cancia – spiega il consigliere provinciale delegato alla Difesa del suolo, Massimo Bortoluzzi -. Ringrazio i volontari di Protezione civile che arrivano da tutto il Veneto per assicurare i turni di monitoraggio. La scorsa settimana l’impegno è stato assunto dall’Ana Cadore. Ma da qui al 10 ottobre, quando terminerà il periodo dei temporali estivi e di conseguenza si chiuderanno anche i controlli a vista, avremo la collaborazione di decine di gruppi di Protezione civile da Padova, da Treviso, da Venezia e anche dal Polesine».
Oltre ai monitoraggi, funzionali a tenere sotto controllo soprattutto la parte a monte del canalone, la Provincia ha curato anche la pulizia della vasca a valle; quella che serve a contenere il materiale di eventuali colate. A fine maggio sono stati rimossi fango e massi che si erano accumulati negli ultimi mesi. Inoltre, sono stati puliti i punti di drenaggio e la sistemazione ha riguardato anche le caditoie e le griglie (che servono per separare la colata solida dall’acqua). «Piccole manutenzioni – commenta il consigliere Bortoluzzi -, ma funzionali a un corretto funzionamento dell’opera in caso di colate».
Intanto prosegue a ritmo serrato il cantiere per la costruzione della briglia di tecnologia giapponese “Sabo dam”; un’operazione da oltre 4 milioni di euro, funzionale alla mitigazione del rischio idrogeologico a monte. Se non interverranno intoppi, l’opera potrebbe essere conclusa per l’autunno.