Premessa doverosa: la situazione è complessa e non è diversa rispetto a quella di qualche settimana fa. Significa che mancano certezze economiche e liquidità. Le certezze produttive invece sono solidissime: 2,2 milioni di pezzi previsti nel 2021 e volumi di inizio anno corrispondenti a quelli del primo decennio del secolo; oltre all’interesse sul mercato del nuovo compressore modello 139 a velocità variabile. Insomma, Acc ha tutto per funzionare e tornare ai fasti di un tempo. Eppure rischia di non avere futuro.
A fare il punto della situazione sono i sindacati. Film Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno incontrato ieri (martedì 5 gennaio) il commissario straordinario Castro. E hanno analizzato alcuni dati. Quelli dei clienti e del mercato. Ma anche il fatto che la liquidità di Acc si esaurirà nelle prossime settimane, a causa del mancato apporto dei finanziamenti bancari.
«Ribadiamo con forza, ancora una volta che Acc di Mel è una fabbrica che produce a pieno regime, è riconosciuta dal mercato della refrigerazione domestica europea come essenziale e ha grandi potenzialità di accrescere le sue quote di mercato, la sua tecnologia e i suoi livelli occupazionali – premettono i sindacati -. Il governo si è sempre dichiarato pronto e disponibile a fare ogni passo necessario per salvarla e farla diventare l’asse portante del grande progetto del polo integrato del compressore italiano (ItalComp) insieme con l’ex Embraco per sfidare i colossi asiatici. Abbiamo sempre creduto, apprezzato e sostenuto le intenzioni del governo: ItalComp è una vera operazione di politica industriale pubblico-privata con investimenti strategici che va finalmente nella direzione giusta, dopo decenni di colpevole inerzia e pigrizia. Adesso però serve una scaletta credibile per la costituzione e per l’operatività della NewCo ItalComp a guida Invitalia. Ed è necessario affidare a un soggetto imprenditoriale bancario o industriale un intervento-ponte a favore di Acc che la mantenga attiva sino a quando non sarà rilevata da ItalComp: è un intervento che costa pochi milioni – meno di 10 – che possono essere garantiti in restituzione da Invitalia in diverse forme. Di certo non faremo il funerale alla Acc».