Ancora il lupo.
E ancora nella zona di Lentiai (comune di Borgo Valbelluna). La scorsa notte, il grande predatore ha attaccato un’asina, poco sotto il paesino di Canai. E, non contento, ha poi raggiunto la proprietà di Mauro Tieppo, sbranando tre pecore: una delle quali gravida.
La storia si ripete, quindi. E l’allevatore è ormai sconsolato: «La realtà è che qui non si riesce più a lavorare. Le istituzioni non muovono un dito. E la situazione è diventata insostenibile. Un esempio? Ho acquistato e pagato delle reti di recinzione, peccato che debbano ancora arrivare. In più, pascolare è diventata un’attività ad altissimo rischio». Il predatore ha colpito a una decina di metri di distanza dalle abitazioni: «Se si avvicina così tanto alle case, potrebbe essere un ibrido».
Tieppo sente di essere in un labirinto senza via di uscita: «Con questa predazione, da giugno 2017 siamo arrivati a 23 capi sbranati. Ditemi voi come si può andare avanti così. Sia chiaro, non voglio che il lupo venga ucciso: ha diritto di vivere. Tuttavia, andrebbe creato un parco ad hoc. E a quel punto il predatore verrebbe davvero tutelato».
Anche Coldiretti Belluno ha preso posizione: «Non ci sono parole. Ci sono solo i due occhi di una bambina (la figlia di Tieppo, ndr) che questa mattina ha visto predate le pecore. Le stesse che aveva curato e accudito. Pecore morte e ferite, asini sbranati che fino al giorno prima mangiavano dalle mani e correvano quando venivano chiamati. Ma gli animali non dovrebbero essere tutti protetti allo stesso modo? Abbiamo fatto il possibile per riuscire a convivere con un predatore micidiale. Abbiamo cercato di rendergli la vita difficile per indirizzarlo alle specie selvatiche, ma non è stato sufficiente. Adesso è necessario adottare misure più efficaci: un piano lupo che permetta la gestione di individui problematici. Come in questo caso».